
Alle 00:50 della notte tra il 4 e il 5 ottobre 2025, un terremoto di magnitudo 3.3 ha scosso l’area dei Campi Flegrei, con epicentro localizzato nella zona antica di Pozzuoli, in via Vecchia San Gennaro. Il sisma, registrato a una profondità di appena 2,4 chilometri, ha avuto un impatto percettibile in numerosi comuni dell’area flegrea, da Bacoli a Quarto, fino ai quartieri occidentali di Napoli come Bagnoli, Agnano e Solfatara. La superficialità dell’evento ha amplificato la percezione del tremore, generando un’ondata di allarme tra la popolazione.
Secondo quanto comunicato dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, il terremoto rientra nel quadro del bradisismo flegreo, un fenomeno geologico noto e monitorato, legato alla risalita di fluidi caldi nel sottosuolo. Tuttavia, la scossa principale non è stata un episodio isolato: nelle ore precedenti e successive si è verificato uno sciame sismico composto da 13 eventi, con magnitudo variabili tra 1.2 e 1.9. Lo sciame è iniziato alle 19:59 del 4 ottobre e si è concluso intorno alle 2 del mattino seguente.
Nonostante l’assenza di danni strutturali o feriti, la reazione emotiva degli abitanti è stata intensa. In molti sono scesi in strada, svegliati di soprassalto dal boato e dal movimento delle abitazioni. Le testimonianze raccolte parlano di ansia crescente, insonnia diffusa e una sensazione di impotenza che si rinnova ad ogni scossa. Nei quartieri più vicini all’epicentro, come Solfatara e Agnano, il timore di un evento più grave ha spinto alcune famiglie a trascorrere la notte all’aperto o in automobile.
Il sisma è stato avvertito anche nel centro di Napoli e nei comuni della provincia nord-occidentale, come Marano, Giugliano e Quarto, dove la popolazione ha segnalato tremori e oscillazioni di mobili. L’evento ha riacceso il dibattito sulla vulnerabilità del territorio e sulla necessità di rafforzare la comunicazione istituzionale, affinché i cittadini siano informati e preparati a gestire situazioni di emergenza.
Gli esperti rassicurano che l’attività sismica osservata è coerente con il comportamento del sistema vulcanico dei Campi Flegrei, ma non nascondono che la frequenza e l’intensità degli eventi registrati nel 2025 – tra cui le scosse di magnitudo 4.4 del 13 maggio e 4.6 del 13 marzo – indicano una fase di maggiore dinamismo geologico.
In questo contesto, lo stato psicologico della popolazione merita attenzione. La paura non è solo una reazione momentanea: si sta trasformando in un disagio persistente, alimentato dall’incertezza e dalla mancanza di risposte definitive. Le autorità locali stanno valutando interventi di supporto psicologico e campagne di informazione per aiutare i cittadini a convivere con il rischio sismico, senza cadere nella paralisi emotiva.
Il territorio flegreo, ricco di storia e bellezza, convive da secoli con la sua natura instabile. Ma oggi più che mai, serve un equilibrio tra consapevolezza scientifica e resilienza sociale. Perché la terra può tremare, ma le comunità devono restare salde.
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