Dalle fogne alle falde: come cocaina e metanfetamina invadono città e natura

Cliccare sui pulsanti sotto per condividere. GRAZIE !

Dalle vene, alle fogne alle falde: come cocaina e metanfetamina invadono città e natura.
Nei casi estremi, in questi ecosistemi “dopati” anche insetti, pesci e altri animali lo sono. E anche l’uomo che poi li consuma!

Negli ultimi anni, il monitoraggio delle acque reflue ha svelato un vero e proprio “consumo invisibile” di sostanze illecite: oltre 70 città europee hanno registrato carichi di cocaina in aumento, con picchi storici soprattutto in Belgio, Paesi Bassi e Spagna. Anche le tracce di anfetamine, metanfetamine ed MDMA non sono da meno, rivelando cambiamenti significativi nei pattern di consumo urbano.

Ma la presenza di queste molecole non si limita ai tombini cittadini. Ricerche ecotossicologiche hanno dimostrato che pesci come la trota iridea accumulano metaboliti di metanfetamina e mostrano alterazioni comportamentali assimilabili a segni di “dipendenza”: variazioni nei livelli di enzimi antiossidanti e aumento dello stress ossidativo suggeriscono effetti fisiologici rilevanti anche a concentrazioni ambientali.

Sul fronte repressivo, i numeri testimoniano l’escalation: nel 2023, le autorità belghe hanno intercettato un record di 116 tonnellate di cocaina nel solo porto di Anversa, mentre la Francia ha raddoppiato i sequestri a 47 tonnellate nei primi mesi del 2024. Un’operazione transnazionale ha smantellato un cartello balcanico, sequestrando 8 tonnellate di cocaina e arrestando 40 persone, e in Asia orientale e sud-orientale sono state fermate 190 tonnellate di metanfetamina, il massimo storico per la regione.

Parallelamente, il mercato si evolve: l’EMCDDA monitora oltre 950 nuove sostanze psicoattive, con 26 composti distinti notificati per la prima volta nel 2023, spaziando da stimolanti di sintesi a cannabinoidi artificiali. Questi NPS rappresentano una sfida per sistemi di salute pubblica e forze dell’ordine, data la loro rapida diffusione e la quasi totale mancanza di dati tossicologici.

Infine, resta aperto il capitolo delle cosiddette “droghe dello stupro”: composti come flunitrazepam (Rohypnol), GHB e ketamina vengono utilizzati per abbattere le difese della vittima, inducendo sedazione profonda, amnesia e facilità di aggressione. Le statistiche indicano che circa un quarto delle denunce per aggressione sessuale vede implicato un qualche agente incapacitãnte, e l’impatto fisico e psicologico può durare anni.

L’insieme di questi dati mette in luce un fenomeno più ampio di quanto si pensi: la droga non viaggia solo nelle vene dei consumatori, ma scorre nelle falde, lambisce gli ecosistemi e ritorna in superficie sotto forma di allarmi sociali e ambientali. Per arginare questa crisi, sarà essenziale rafforzare gli impianti di depurazione, potenziare il monitoraggio delle acque e promuovere politiche di prevenzione efficaci, capaci di tutelare sia la salute pubblica sia l’equilibrio delle nostre risorse naturali.