Che l’esposizione al piombo sia associata a ridotte performance cognitive e a comportamenti aggressivi, soprattutto nei bambini, è noto da tempo. Ma un nuovo studio pubblicato su Science Advances (a questo link) afferma che gli effetti tossici di questo metallo si prolungherebbero addirittura per alcuni decenni, favorendo l’insorgenza della demenza senile e anticipando l’invecchiamento del cervello di circa otto anni.
John Robert Warren, sociologo dell’Università del Minnesota a Minneapolis, tra gli autori dello studio, riferisce che il periodo in cui la popolazione umana è stata maggiormente esposta a questo subdolo e tossico inquinante è stato tra gli ’60 e ’70 dello scorso millennio, quando esso era presente nelle batterie delle auto, nelle vernici, nelle tubature idrauliche e – soprattutto – nella benzina rossa, nella quale si trovava sotto forma di piombo tetraetile, un composto con formula chimica Pb(CH2CH3)4, addizionato al carburante a motivo della sua azione antidetonante.
