
La diffusione della depressione tra giovani e meno giovani rappresenta oggi uno dei sintomi più evidenti di una società in rapido e profondo mutamento. Le trasformazioni tecnologiche, sociali ed economiche, insieme a crisi ambientali e instabilità geopolitica, stanno alterando il modo in cui gli individui si relazionano con se stessi e con gli altri, generando un clima di incertezza.
Il costante flusso di informazioni e la pressione di dover mantenere un’immagine di perfezione online contribuiscono a minare l’autostima, generando un circolo vizioso che si autoalimenta. La salute mentale diviene così riflesso di una realtà in cui la tecnologia e i social media, pur connettendoci in maniera istantanea, spesso alimentano un senso di solitudine e di isolamento. Questo “paradosso della modernità” – essere sempre connessi ma sentirsi profondamente soli – ha evidenziato come il progresso digitale possa, in realtà, impoverire il tessuto emotivo e relazionale della società.
Parallelamente, fenomeni quali gli Hikikomori, osservati inizialmente in contesti giapponesi e ormai diffusi in varie realtà, illustrano come l’incapacità di trovare un equilibrio tra la vita reale e quella virtuale possa portare all’isolamento estremo. Giovani e adulti, incapaci di far fronte alle pressioni sociali e alle aspettative irrealistiche imposte da una società del “tutto e subito”, si ritirano progressivamente dal contatto con il mondo esterno, aggravando così il senso di impotenza e di solitudine.
A complicare ulteriormente il quadro c’è l’impatto delle crisi globali. I mutamenti climatici e l’instabilità geopolitica, con eventi estremi e tensioni internazionali, non solo minacciano la sicurezza e il benessere materiale delle comunità, ma incidono profondamente anche sulla sfera psicologica. La percezione di un futuro incerto, unita alla continua esposizione a notizie di crisi e conflitti, genera un clima di vulnerabilità che contribuisce a diffondere un senso di ansia globale. In questo contesto, la paura non riguarda soltanto il presente, ma si proietta nel futuro, creando una costante inquietudine che colpisce in particolare le nuove generazioni, abituate a vivere in un mondo in continuo cambiamento.
Di fronte a questo complesso scenario, diventa fondamentale adottare strategie che integrino interventi psicologici e approcci innovativi. Tra le soluzioni individuabili, l’approccio della psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) evidenzia come mente e corpo si influenzino vicendevolmente. Tale visione integrata consente di elaborare trattamenti che non si limitino alla semplice gestione dei sintomi, ma che affrontino in maniera globale il benessere dell’individuo, suggerendo che interventi mirati sullo stress e sull’ansia possano avere ripercussioni positive anche sul piano fisico e viceversa.
Le aspettative irrealistiche, alimentate dai media e dal mercato del lavoro, creano un clima di stress continuo che, se non gestito adeguatamente, può sfociare in gravi stati di sofferenza psicofisica. La pratica di tecniche di rilassamento, quali la meditazione e lo yoga, la riduzione del tempo trascorso sui social media e l’impegno nel mantenimento di uno stile di vita sano – che includa attività fisica regolare, una corretta alimentazione e un adeguato riposo – rappresentano strumenti efficaci per migliorare il benessere emotivo.
La vera sfida consiste nel promuovere una cultura che sappia accogliere l’incertezza e trasformarla in un’opportunità di crescita, sviluppando la resilienza necessaria per affrontare le sfide quotidiane. Allo stesso modo, parlare apertamente delle proprie difficoltà, senza timore di essere giudicati, può contribuire a rompere il silenzio che spesso avvolge chi soffre, favorendo la costruzione di reti di supporto sociale e professionale
Solo attraverso un impegno collettivo, che coinvolga sia l’individuo sia le istituzioni, sarà possibile ristabilire un equilibrio in cui il benessere mentale diventi una priorità.
(di Antonio De Rosa)
Bibliografia
- Kocsis, R. N. (2013). Book review: diagnostic and statistical manual of mental disorders: (DSM-5).
- Cacioppo, J. T., & Patrick, W. (2008). Loneliness: Human nature and the need for social connection. WW Norton & Company.
- Neoh, M. J. Y., Carollo, A., Lim, M., & Esposito, G. (2023). Hikikomori: A scientometric review of 20 years of research. International Journal of Environmental Research and Public Health, 20(9), 5657.
- Twenge, J. M. (2017). iGen: Why today’s super-connected kids are growing up less rebellious, more tolerant, less happy–and completely unprepared for adulthood–and what that means for the rest of us. Simon and Schuster.
A R T I C O L I C O R R E L A T I :
L’esperimento “Universo-25” e le sue possibili analogie con la società umana odierna.