
Altavilla Irpina è famosa per la tradizionale sfilata dei “battenti” o “fujenti”, che a partire dal 1780 si svolge il 24 agosto, in occasione dei festeggiamenti patronali in onore di San Pellegrino martire.
Durante questa ricorrenza, migliaia di devoti vestiti di bianco e di una fascia rossa tramandata da padre in figlio, percorrono sotto il sole cocente e a piedi nudi, battendo i piedi sotto il sole cocente il bel corso della cittadina portando fiori e ceri al Santo Patrono.
Il culto di San Pellegrino è diffuso oltre che ad Altavilla Irpina, in altri comuni della Provincia di Avellino e della Città Metropolitana di Napoli. Non a caso, l’evento altavillese richiama altre otto squadre di Battenti, provenienti da: Avella, Baiano, Manocalzati, Montefredane, Mugnano del Cardinale, Avellino (frazione Picarelli), Roccarainola e Summonte (frazione Starze).
A questa importante tradizione religiosa, nel 1979, grazie all’iniziativa dell’emittente radiofonica locale “Radio Studio S.E.I.”, se ne è aggiunta un’altra, forse meno blasonata ma di certo più divertente, denominata “Il palio dell’anguria”, che è giunta quest’anno alla 42ma edizione. La manifestazione si
Per l’occasione, l’ampio e lungo viale trasformato in pista, transennata e ricoperta di terra. A correre, però, non sono i cavalli, come avviene nel più famoso Palio di Siena, ma dei simpatici e recalcitranti asinelli! Sempreché i caparbi quadrupedi, abbiano voglia di correre!
La corsa, che ogni anno richiama da tutta la regione migliaia di visitatori, è preceduta da un sontuoso corteo storico composto da circa 200 figuranti in curatissimi abiti d’epoca che sfila lungo un itinerario riccamente addobbato con suggestivi vessilli medioevali.

Il corteo viene aperto dagli sbandieratori e chiuso dalla compagnia dei trombonieri, il cui compito principale pare essere quello di assordare tutti gli spettatori con i fragorosi colpi dei loro tromboni ad avancarica.
La suggestiva rievocazione storica si basa su una leggenda che narra delle vicissitudini di Costanza di Chiaromonte, Regina di Napoli, che fu ripudiata dal primo marito, Ladislao d’Angiò, e poi da questo dato in moglie ad Andrea de Capua, Conte di Altavilla. Ove i due sposi soggiornarono prima di trasferirsi a Riccia, nel Molise. L’episodio pare avere una base storica, in quanto nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Riccia (paese con il quale Altavilla Irpina è gemellata) è posta una lapide che ricorda il luogo di sepoltura degli sposi Andrea e Costanza di Altavilla.
