Giornata Mondiale degli Insegnanti: una fondamentale figura professionale da rivalutare e gratificare con azioni concrete

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Il 5 ottobre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale degli Insegnanti, un’occasione per riflettere sul ruolo cruciale che i Docenti svolgono nella formazione delle società, nella trasmissione dei valori e nella costruzione del futuro.
Istituita nel 1994 dall’UNESCO, questa giornata nasce per ricordare l’adozione della Raccomandazione ILO/UNESCO del 1966 sullo status degli insegnanti, ma in molti Paesi, Italia compresa, rischia di passare sotto silenzio, soffocata da una narrazione che troppo spesso li descrive come figure marginali, sottopagate e appesantite da incombenze burocratiche.

Circola da tempo una leggenda secondo cui in Giappone gli insegnanti sarebbero gli unici cittadini esonerati dall’inchinarsi davanti all’Imperatore, in segno di massimo rispetto per il loro ruolo. La frase che accompagna questa narrazione è: “Senza insegnanti non ci sarebbero imperatori”.
È una storia suggestiva, ma non supportata da fonti ufficiali. L’inchino in Giappone è un gesto culturale, volontario e codificato, usato per mostrare rispetto, gratitudine o scuse. Non esistono leggi che impongano l’inchino all’Imperatore, né esenzioni specifiche per gli insegnanti. Tuttavia, il fatto che questa leggenda sia così diffusa dimostra quanto desideriamo attribuire agli insegnanti un riconoscimento simbolico profondo, che spesso manca nella realtà.

In Italia, gli insegnanti sono tra i meno pagati d’Europa. Secondo i dati OCSE, i loro stipendi risultano inferiori alla media di molti Paesi dell’Unione. A questo si aggiunge un carico burocratico crescente, che sottrae tempo ed energie alla didattica vera e propria.
Tra registri elettronici, relazioni, verbali, progetti e documentazione infinita, il mestiere dell’insegnante si è trasformato in una corsa ad ostacoli amministrativi. E mentre si chiede loro di essere psicologi, mediatori, esperti di inclusione, innovatori digitali e custodi del benessere emotivo degli studenti, il riconoscimento sociale resta debole.

In alcune narrazioni mediatiche, i docenti vengono descritti come “privilegiati” per le ferie estive o come “sfigati” che non hanno trovato di meglio. Una visione miope e offensiva, che ignora la complessità e la delicatezza del loro lavoro.

A livello globale, la situazione non è molto diversa. Secondo l’UNICEF, nel 2024 solo il 31% dei Paesi disponeva di sistemi efficaci di sviluppo professionale per gli insegnanti, ben lontano dall’obiettivo del 64%.
In contesti di crisi, come Gaza, Sudan e Haiti, i docenti sono spesso l’unico punto di riferimento per bambini traumatizzati, sfollati o malati. In Italia, esistono esperienze straordinarie come la Scuola in Ospedale, dove insegnanti offrono continuità didattica e conforto umano ai bambini ricoverati nei reparti pediatrici. Sono storie che meritano di essere raccontate, celebrate e sostenute.

Il tema scelto dall’UNESCO per il 2025 è “Riformulare l’insegnamento come professione collaborativa”, con l’obiettivo di superare l’isolamento che spesso caratterizza il lavoro docente e promuovere reti di supporto, mentorship, team teaching e scambio di buone pratiche.
In Italia, molte scuole stanno sperimentando modelli innovativi, ma serve un investimento strutturale per trasformare queste esperienze in sistema.

Gli insegnanti hanno bisogno di stipendi adeguati alla responsabilità e alla formazione richiesta, di un drastico snellimento della burocrazia, di formazione non raffazzonata, di riconoscimento sociale, anche attraverso campagne pubbliche e premi, di supporto psicologico e professionale per affrontare le sfide educative, e di spazi di collaborazione per costruire comunità educanti e inclusive.

Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha dichiarato: “Incontro tutti i giorni docenti straordinari, pieni di passione e competenze. La scuola italiana vale tanto”. Parole importanti, ma che devono tradursi in politiche concrete e riconoscimenti economici. Perché il futuro dell’Italia passa dalle aule, e chi le abita ogni giorno merita rispetto, fiducia e risorse.

In questa Giornata Mondiale degli Insegnanti, non limitiamoci a dire “grazie”. Impegniamoci a restituire dignità, valore e speranza a una professione che forma il cuore pulsante della nostra società.