
Il governo Meloni ha varato ieri il “decreto Sicurezza” che, in tempi record, trasforma alcune norme discusse da quasi un anno e mezzo in precise regole operative.
La mossa, accolta con entusiasmo da alcune forze dell’ordine e criticate da gruppi di opposizione e associazioni di magistrati, ha scatenato un acceso dibattito nel dibattito politico e nell’opinione pubblica.
Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, il decreto entrerà in vigore con effetto immediato, mentre il Parlamento avrà due mesi per apportare eventuali modifiche e convertirlo in legge. Tra le novità emergenti, spiccano misure che riguardano la gestione delle manifestazioni, le sanzioni per chi blocca le strade, e un inasprimento delle pene per alcuni reati legati alla sicurezza pubblica.
Una delle disposizioni più controverse riguarda l’inasprimento delle pene per chi partecipa a manifestazioni pubbliche. In particolare, il decreto introduce un’aggravante per il reato di danneggiamento se accompagnato da atti di violenza o minaccia, con pene che possono arrivare a cinque anni di carcere e multe salate. Anche il blocco stradale, fino ad ora qualificato come illecito amministrativo, viene ora elevato a reato, con sanzioni che variano da un mese fino a sei anni di reclusione in caso di manifestazioni organizzate da più persone.
Il testo ha scatenato reazioni immediate. L’Associazione Nazionale Magistrati, attraverso il suo segretario generale, ha definito il provvedimento un “messaggio inquietante”. Secondo il dirigente, l’intento sarebbe duplice: da un lato, creare un problema inesistente per giustificare misure eccezionali, e dall’altro, gettare le basi per limitare il dissenso. Questa interpretazione ha trovato eco in numerosi commenti online, dove alcuni esperti di diritto e opinionisti hanno sottolineato il rischio di un potenziale abuso nel controllo delle libertà civili. Parallelamente, gruppi della maggioranza e rappresentanti delle forze dell’ordine hanno difeso il decreto, sostenendo che si tratta di un necessario strumento per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza in un periodo di crescenti tensioni sociali.Nuove tutele per agenti, militari e servizi segreti
Il decreto non si limita alle misure restrittive: introduce anche diverse novità a favore delle forze dell’ordine e dei militari. Tra queste, l’uso delle bodycam per monitorare le attività in servizio e l’autorizzazione al porto di armi private senza necessità di licenza, misure accolte favorevolmente da chi sostiene che la tutela degli operatori è essenziale per il mantenimento dell’ordine. Inoltre, lo Stato si impegna a coprire le spese legali per agenti e militari indagati in relazione alle loro funzioni, sebbene questa protezione potrà essere revocata in caso di dolo o grave negligenza.
Tra le altre disposizioni, il decreto prevede una serie di misure puntuali:
-
Cannabis light: Vieta la commercializzazione e distribuzione delle infiorescenze di canapa, fatta eccezione per la produzione agricola di semi, entro limiti stabiliti dal Ministro della Salute.
-
Reati nelle infrastrutture strategiche: Viene previsto un inasprimento delle pene per atti violenti volti a impedire la realizzazione di infrastrutture essenziali come quelle per l’energia, il trasporto o le telecomunicazioni.
-
Protezione delle stazioni e dei centri di trasporto: Per i reati contro il patrimonio e la libertà personale, se commessi in stazioni ferroviarie, metropolitane o all’interno di vagoni, scatta un’aggravante che comporta sanzioni più severe.
-
Revoca della cittadinanza: Il provvedimento allunga il termine per la revoca della cittadinanza da tre a dieci anni dalla condanna definitiva per reati gravi, una misura che ha sollevato preoccupazioni riguardo al rischio di esclusione sociale.
-
Norme antimafia e di contrasto al terrorismo: Nasce il reato di detenzione di materiale finalizzato al terrorismo, con pene che variano da due a sei anni, e vengono rafforzate le misure del Codice antimafia.
Il decreto introduce anche modifiche per quanto riguarda la gestione delle pratiche legate ai migranti: la vendita di schede SIM a cittadini extra-UE richiederà la presentazione di un documento di riconoscimento, semplificando il precedente obbligo del permesso di soggiorno.
Inoltre, le norme sul trattamento delle donne incinte e delle madri con figli piccoli sono state riviste: sebbene in precedenza il carcere venisse rinviato, ora la custodia potrebbe essere disposta, a condizione che non si verifichino situazioni di pericolo eccezionale.
Una nuova fattispecie di reato punisce l’occupazione abusiva di immobili abitati, con pene fino a sette anni di reclusione e procedure accelerate per il ripristino della proprietà.
Parallelamente, il decreto introduce il reato di truffa aggravata nei confronti degli anziani, prevedendo pene severe per chi sfrutta la vulnerabilità dei soggetti più fragili. Il reato sarà punito con da due a sei anni di carcere, e una multa fino a 3mila euro, con arresto in flagranza.