
Nel carcere di Avellino, si è verificata una protesta intensa, guidata da tre prigionieri magrebini che hanno inflitto danni significativi alla sezione al piano terra. Hanno creato una barricata interna, distruggendo le centraline elettriche e le telecamere di sorveglianza con delle spranghe, rendendo la sezione inoperabile.
Si sono inferti delle lesionati alle braccia e hanno ingerito piccole batterie. L’atmosfera era carica di tensione. La protesta era guidata dal loro desiderio di essere trasferiti in altre prigioni più vicine alle loro famiglie. Gli ufficiali penitenziari sono riusciti a ristabilire l’ordine. Questi eventi si sono svolti questa mattina e le notizie sono state diffuse dai sindacati.
Nonostante la presenza del magistrato di sorveglianza, i detenuti non si sono placati. Solo dopo una chiamata telefonica con il provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria, la protesta è stata risolta – come spiega Emilio Fattorello, consigliere nazionale dell’Osapp. Fattorello ribadisce l’importanza di interventi amministrativi per affrontare le problematiche persistenti nella casa circondariale di Avellino. Secondo Fattorello, esiste una netta differenza tra discutere di unità amministrate solo teoricamente e avere una forza operativa effettiva, ridotta al minimo, inadeguata per gestire un istituto di alto livello come quello di Avellino, che ospita oltre 600 detenuti con un sovraffollamento di circa 200 persone.
Anche Tiziana Guacci, segretaria regionale del Sappe, ha commentato l’incidente. Guacci sottolinea che le condizioni della casa circondariale di Avellino, così come quelle degli altri istituti del distretto campano, rimangono preoccupanti a causa del sovraffollamento e della mancanza di personale. Guacci riferisce che di recente un gran numero di detenuti è stato trasferito da altri istituti, causando un aumento drastico della popolazione carceraria. La situazione è ulteriormente aggravata dalla presenza di una sezione ex art. 32 in cattivo stato, che ha gravi conseguenze sulla sicurezza interna del reparto, oltre alla cronica carenza di personale.