
Secondo l’ultima rilevazione condotta da Only Numbers per Porta a Porta, il panorama politico italiano vede una netta predominanza di Fratelli d’Italia, che si attesta al 31%, consolidando la propria posizione di vertice e confermando una tendenza che si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. Il distacco rispetto agli altri partiti è significativo: il Partito Democratico si ferma al 22,5%, mantenendo il ruolo di principale forza d’opposizione, ma con un divario di circa nove punti che evidenzia quanto sia ancora lungo il cammino per colmare la distanza dal partito guidato da Giorgia Meloni.
Ancora più indietro si colloca il Movimento 5 Stelle, che raccoglierebbe il 10,9% delle preferenze. Nonostante alcuni segnali di ripresa registrati nei mesi passati, il partito non riesce a recuperare terreno rispetto al PD, e le recenti tornate elettorali regionali non hanno contribuito a invertire la rotta, lasciando i pentastellati in una posizione di debolezza.
Nel campo del centrodestra, la competizione interna tra Forza Italia e Lega continua a essere serrata. Gli azzurri superano di poco i rivali, con un consenso stimato al 9%, mentre il partito di Salvini si ferma all’8,3%. La differenza è minima, ma sufficiente a rendere evidente la tensione tra le due forze, soprattutto in vista delle trattative sulla prossima legge di bilancio.
Sul fronte progressista, Alleanza Verdi-Sinistra si conferma una presenza stabile, con un risultato del 6,8%, rafforzando il proprio ruolo come terza forza d’opposizione. Il consenso attorno a Bonelli e Fratoianni sembra essersi consolidato, mantenendosi costantemente sopra la soglia del 6%.
Tra le formazioni centriste, Azione di Carlo Calenda riesce a superare la soglia di sbarramento con il 3,1%, mentre Italia Viva di Matteo Renzi si ferma poco sotto, al 2,9%. Più distanti ancora troviamo +Europa, che raccoglie l’1,6%, e Noi Moderati, che chiude la classifica con appena lo 0,7%.
Anche lasciando aperta la possibilità che, a livello locale, certe percentuali possono variare, rimane il fatto che non è previsto alcun particolare sconvolgimento dei valori in campo.
Perciò, tenendo conto che, da una parte, in Irpinia si potranno eleggere solo 4 consiglieri regionali su 50 e, dall’altra, che esiste uno sbarramento al 2,5%, oltre che alla presenza di consiglieri uscenti molto “forti” in tutto il territorio irpino (come Vincenzo Alaia”: il più forte nel Baianese, ma non solo) e di nuovi candidati con grande visibilità nel capoluogo e in TUTTE le aree dell’Irpinia, appare piuttosto scontato che i 4 seggi disponibili dovrebbero dividersi tra i partiti maggiori (sia di destra che di sinistra) e i candidati uscenti con “PESO” maggiore.
Partiti e coalizioni che spunteranno meno del 2,5% non avranno alcun consigliere eletto.
Perciò, per avere una rappresentativa forte e competente, a beneficio di tutta l’Irpinia, la strategia più utile dovrebbe essere quella di puntare su candidati “forti”, strutturati e di comprovata esperienza, e che – naturalmente – riflettano il nostro modo di vedere.
Non avrebbe nessun senso disperdere i voti in candidature locali senza alcuna prospettiva reale.
ARTICOLO CORRELATO:
.