
La Tesla Roadster lanciata nello spazio da Elon Musk il 6 febbraio 2018 è diventata una curiosità dell’esplorazione spaziale e ha posto una serie di riflessioni sulla gestione dei manufatti umani nello spazio che, al momento, rappresenta una frontiera non regolamentata.
La macchina, con a bordo il manichino “Starman”, fu caricata sul razzo Falcon Heavy di SpaceX e ha poi percorso milioni di chilometri nello spazio, seguendo un’orbita che l’ha portata vicino a Marte e al Sole. Recentemente, è stata scambiata per un asteroide e catalogata con l’identificativo 2018 CN41, prima che gli astronomi riconoscessero l’oggetto come l’auto di Musk.
Tutto è cominciato quando l’astrofilo H. A. Guler ha avvistato un oggetto celeste a meno di 240.000 chilometri dalla Terra, che sembrava essere un asteroide potenzialmente pericoloso. L’equivoco è stato poi chiarito dal Minor Planet Center, l’ente designato dall’Unione Astronomica Internazionale per raccogliere i dati sugli asteroidi e calcolarne le orbite, che ha accertato che si trattava dell’auto “parcheggiata abusivamente” nello spazio nel 2018.
Tuttavia, alcuni esperti si chiedono se sia lecito lanciare oggetti di qualunque tipo nello spazio e lamentano la mancanza di trasparenza da parte delle nazioni e delle aziende che operano nel settore spaziale, specialmente quando si parla di veicoli che viaggiano oltre le orbite dei satelliti.
Mentre gli oggetti nell’orbita terrestre bassa sono monitorati dalla U.S. Space Force, lo spazio più profondo resta un’area priva di regole precise. Non è un caso che, negli ultimi anni, diverse sonde spaziali siano state erroneamente scambiate per asteroidi, come è accaduto con Rosetta, BepiColombo e la missione Lucy della NASA.