E’ nata, a Monteforte Irpino, la più grande oasi di biodiversità del meridione d’Italia

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Sullo sfondo delle colline di Monteforte Irpino, un gruppo di bambini resta immobile, avvolto dal fruscio delle foglie e dal canto degli uccelli: è l’inizio di un’esperienza che porterà i piccoli alunni dell’I.C. Aurigemma a entrare in sintonia con un habitat ancora incontaminato. Qui, nell’area conosciuta come “Polveriera”, prende forma la più vasta oasi per la biodiversità del Mezzogiorno, un progetto articolato che apre le porte al pubblico fra poche settimane.

Dietro questa iniziativa c’è Terra Madre 5.0, la startup guidata da Giovanni De Cunzo, che da tre anni trasforma un’area incolta in un laboratorio a cielo aperto. Sentieri sensoriali invitano i visitatori a rallentare il ritmo: rimanendo in silenzio per qualche istante, si può cogliere il gocciolio dell’acqua e il ronzio degli insetti, suoni ormai dimenticati nelle metropoli. Di giorno si riconoscono insetti e anfibi, di notte sono i lupi e i cinghiali a reclamare il loro spazio.

A rompere l’incanto naturale ci pensa la Dirigente Scolastica, Filomena Colella, che descrive con entusiasmo l’“Outdoor education” promossa dal Ministero: un metodo che trasferisce l’aula all’aperto, stimolando l’apprendimento attraverso l’esperienza diretta. Gli studenti delle due terze primarie hanno scoperto piante autoctone e osservato la vita selvatica, recependo l’importanza di rispettare questi luoghi…

È stato però l’incontro con le api a rapire l’attenzione dei visitatori più curiosi. De Cunzo svela numeri impressionanti: oltre due milioni di alveari in cui ogni ape vive soltanto 45 giorni, il tempo necessario per produrre il miele di un piccolo cucchiaio. Con un filo di sorpresa, i bambini hanno appreso che avvicinarsi a un’arnia non è così rischioso come si crede, perché questi insetti sono attratti dai fiori, non dagli esseri umani. Proprio dalle api arriverà presto una terapia a base di propoli pura al 100%, capace di esercitare un’azione antibiotica naturale venticinque volte più potente rispetto alle tinture farmaceutiche.

In questo angolo di Irpinia, dove il lavoro delle api garantisce l’impollinazione di piante selvatiche e coltivate, Terra Madre 5.0 sta gettando le fondamenta di un ecosistema in equilibrio. Quando l’oasi aprirà i battenti, non sarà solo un luogo di svago: diventerà un simbolo tangibile di come l’uomo possa fare da custode alla diversità, proteggendo il patrimonio naturale che, altrimenti, rischierebbe di restare un ricordo.