Il cardinale Bartolomeo D’Avanzo, un avellano nella grande Storia.

di Pasquale Colucci

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Il cardinale Bartolomeo D’Avanzo (Avella, 1811 – 1884).

 

Una delle personalità più rilevanti espresse dal comprensorio avellano-baianese nel secolo XIX è senz’altro quella del cardinale Bartolomeo D’Avanzo, figura di alto spessore culturale, teologo ferratissimo e protagonista del Concilio Vaticano I (durante il quale, per ben tre volte, parlò all’assemblea plenaria), tormentato e partecipe testimone del profondo rivolgimento politico connesso al processo dell’unificazione nazionale, che affrontò con coraggio e non poche tribolazioni.

Nato ad Avella il 3 luglio 1811 dal medico Bartolomeo e da Caterina Borzelli, dopo il prescritto corso di studi nel Seminario Vescovile di Nola, Bartolomeo D’Avanzo fu consacrato sacerdote il 20 settembre 1834, assumendo successivamente l’incarico di parroco di Santa Marina e di primicerio dell’importante chiesa collegiata avellana di San Giovanni Battista de’ Fustiganti.

Benché notevolmente prestigioso ed ambìto sul piano locale, l’incarico di primicerio fu per il giovane sacerdote più che un punto di arrivo, solo un punto di partenza ed, infatti, nel 1842 si laureò in Teologia, iniziando – subito dopo – ad insegnare Teologia Dogmatica nel Seminario di Nola e a collaborare all’importante periodico cattolico di Napoli «La Scienza e la Fede».

Il 16 marzo 1851 fu nominato vescovo di Castellaneta (in quella che all’epoca era la provincia di Terra d’Otranto), dove rimase fino al 1860, allorché fu promosso alla sede vescovile di Calvi e Teano (nella provincia di Terra di Lavoro).

La Storia, intanto, girava la sua ruota nei cui ingranaggi Bartolomeo D’Avanzo rischiò di rimanere seriamente incastrato.

Il 13 agosto del 1860, infatti, mentre la spedizione garibaldina stava vittoriosamente attraversando il Meridione e la monarchia borbonica era agli sgoccioli, Bartolomeo D’Avanzo, durante il viaggio in carrozza da Castellaneta alla nuova sede vescovile, in tenimento di Gioia del Colle fu vittima di un misterioso attentato sul quale, ancora oggi, si sa soltanto che egli fu attinto da tre colpi di fucile (esplosi da due uomini) che, per sua fortuna, gli provocarono due non gravi ferite (una al polso e l’altra al torace), mentre un terzo colpo sarebbe stato miracolosamente fermato da un scapolare della Madonna che egli portava al petto.

Dopo un periodo di convalescenza trascorso a Casamassima e a Bari (sorvegliato dalla polizia per ordine di Garibaldi) il prelato, alla fine di settembre, tornò nel palazzo avito di Avella per un ulteriore periodo di riposo, senza immaginare minimamente di dover presto affrontare  – a causa delle sue note posizioni politiche filo-borboniche ed antiunitarie – qualche altro, serio problema.

Il 3 luglio dell’anno seguente, infatti, il Luogotenente della Guardia Nazionale di Mugnano del Cardinale, Domenico Stingone, esagitato avversario del regime borbonico, inviò un esposto al Governatore della provincia di Principato Ultra ad Avellino, nel quale evidenziava: «Debbo far noto all’Autorità di Lei, e pel bene che ogni buon Cittadino render dee alla Causa Italiana, che spesse fiate si riuniscono per confabulare tra essi progetti di reazioni il Signor Don Nicola Sirignano di qui, noto pur troppo per i suoi sentimenti Borbonici, il Vescovo d’Avanzo di Avella, e la conosciuta Superiora di questo monastero di Santa Filomena. Ond’è che mi è d’uopo pregarla perché si degni volgere su de’ tre menzionati soggetti i di Lei vigili sguardi».

Sulla base di tale esposto scattò un meccanismo inquisitorio che sfociò nella messa in stato di accusa dell’allora vescovo D’Avanzo, del sacerdote don Nicola Sirignano e della superiora del monastero di Mugnano del Cardinale suor Concetta Attanasio, per il reato di «Progettata cospirazione tendente a cambiare l’attuale forma di Governo, seguita in Mugnano, ed Avella in Luglio del 1861».

Per accertare i fatti, furono segnalati dai sindaci di Avella e di Mugnano del Cardinale numerosi testimoni, fra i quali quattordici cittadini di Avella, quasi tutti appartenenti al ceto dei possidenti (del quale anche il vescovo D’Avanzo era, ovviamente, parte) ed indicati, pertanto, col predicato d’onore «don» e con l’apposizione «proprietario».

Interrogati in data 20 novembre 1861 dal Giudice Regio di Baiano, Achille Bonghi, tutti gli anzidetti testimoni negarono di aver mai visto o saputo di incontri volti a «cambiare l’attuale forma di governo» di mons. D’Avanzo con la superiora del monastero di Mugnano del Cardinale, mentre alcuni dichiararono di essere a conoscenza soltanto di qualche sporadica visita al vescovo da parte di don Nicola Sirignano, il quale – come disse Sebastiano Fusco – «si tratteneva in Avella qualche volta di giorno […], come per lo passato lo stesso praticava, ogni qualvolta il surriferito Monsignore veniva nella sua patria per la parentela, che fra questi vi intercedeva».

Sulla base di tali testimonianze ed accogliendo analoga richiesta del pubblico ministero, il 9 dicembre 1861, la Gran Corte Criminale di Principato Ultra «attesoché gli atti non offrono sufficienti indizi di reità» ordinò «la conservazione degli atti in archivio, e la escarcerazione di Suor Concetta Attanasio» che nel frattempo (anche per altre accuse) era stata addirittura arrestata.

Superata anche questa bufera, Bartolomeo D’Avanzo proseguì la sua brillante carriera ecclesiastica con la partecipazione, fra il 1869 e il 1870, al Concilio Vaticano I, con la pubblicazione di importati scritti teologici, con l’ascesa alla porpora cardinalizia nel 1876 ed, infine, con la partecipazione al conclave del 1878 che elesse il papa Leone XIII.

Nel 1881, già ammalato, si ritirò ad Avella dove provvide al restauro della Collegiata di San Giovanni Battista, nella quale aveva mosso i primi passi come sacerdote e nella quale sarà poi tumulato pochi anni dopo la sua dipartita, avvenuta, nel palazzo di famiglia, il 20 ottobre 1884.

 

Bibliografia

G. Bifulco, Nel primo centenario della morte del Cardinale Bartolomeo D’Avanzo (1811-1884), Marigliano, 1983;
P. Luciano – N. Montanile, Il cardinale Bartolomeo D’Avanzo, in Nola fuori di Nola. Itinerari italiani ed europei di alcuni nolani illustri, Nola, 2001;
P. Colucci, Suor Concetta Attanasio. Una protagonista della storia di Mugnano del Cardinale nei decenni centrali dell’Ottocento, Avella-Nola, 2004.

 


 

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