Le piante che brillano al buio, come la bioluminiscente “Firefly Petunia”: Fantascienza? No, biotecnologia!

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Immagina di passeggiare in un giardino di notte, senza lampioni, e vedere i fiori brillare con una luce propria. Non è una scena di un film fantasy: è il risultato di esperimenti scientifici davvero esistenti.

Nel 2017, un gruppo di ricercatori del prestigioso MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha fatto qualcosa di incredibile: ha creato piante capaci di illuminarsi da sole. Come? Hanno utilizzato nanoparticelle contenenti una proteina chiamata luciferasi (la stessa che usano le lucciole per brillare) e le hanno inserite nelle foglie di crescione. Così, le piante hanno emesso una luce soffusa per alcune ore, senza bisogno di elettricità o batterie (MIT News).

Ma la vera svolta è arrivata qualche anno dopo. Nel 2020, un altro team di scienziati è riuscito a fare un passo ancora più avanti: ha modificato direttamente il DNA delle piante, inserendo geni di funghi bioluminescenti. Il risultato? Piante ornamentali – come le petunie – in grado di brillare ogni notte in modo naturale, senza l’aggiunta di sostanze chimiche (Nature Biotechnology, 2020).

Oggi questa tecnologia è diventata realtà anche per il grande pubblico. L’azienda americana Light Bio ha iniziato a vendere nel 2024 le prime petunie bioluminescenti, chiamate Firefly Petunia. Basta metterle in casa o in giardino e, una volta calato il buio, si accendono da sole come minuscole luci verdi naturali (light.bio).

Dietro a questo fenomeno c’è una nuova branca della scienza chiamata nanobionica vegetale, che unisce biotecnologia e nanotecnologie per dare alle piante nuove “super abilità”.
L’idea è usare queste piante anche per scopi pratici, come illuminare ambienti in modo ecologico, sostituire luci stradali o ridurre il consumo energetico.

In poche parole: stiamo trasformando la fantascienza in realtà. E questa realtà brilla — letteralmente — di luce propria.