
Si fa presto a parlare di super soldati. Basta una foto accattivante, qualche parola chiave come “Cina” ed “esperimenti genetici”, ed ecco servita l’ultima notizia virale che sembra uscita da un film Marvel.
Ma cosa c’è di vero dietro queste affermazioni? Proviamo a fare chiarezza tra scienza, suggestioni e interrogativi etici reali.
Nel 2016, un gruppo di ricercatori giapponesi ha scoperto che una proteina presente nei tardigradi, chiamata Dsup, aiuta a proteggere il DNA dai danni delle radiazioni. Hanno provato a inserire quel gene in cellule umane in laboratorio: e in effetti, le cellule trattate si sono mostrate più resistenti ai raggi X.
Un risultato interessante, ma ancora lontanissimo da qualsiasi applicazione sull’essere umano. Nessun super soldato all’orizzonte, insomma.
Si tratta però di ipotesi, non di prove. Anche se nessuno sta creando super soldati (per ora), è giusto interrogarsi su dove ci stia portando la scienza. Ma è etico usare queste tecnologie su esseri umani a scopi militari?
Alcune domande sono inevitabili:
- Fino a che punto è lecito potenziare un essere umano?
- Un soldato modificato avrebbe gli stessi diritti di tutti gli altri?
- E cosa accadrebbe se ogni Paese iniziasse a sviluppare “truppe geneticamente avanzate”?
La scienza fa passi da gigante. Ma ogni scoperta porta con sé una responsabilità. Non basta chiedersi cosa è possibile fare, ma anche se è giusto farlo.
Oggi non esistono super soldati resistenti alle radiazioni. Esiste però un mondo che cambia in fretta, e in cui la fantascienza potrebbe diventare scienza. Prima che accada, serve un dibattito serio, pubblico, trasparente.
Non per fermare il progresso. Ma per guidarlo con coscienza.