
Un adolescente belga ha raggiunto un traguardo mai visto nella storia della medicina pediatrica: la completa remissione da un glioma diffuso intrinseco del ponte (DIPG), una delle forme più aggressive e fatali di tumore cerebrale infantile. Lucas, oggi tredicenne, ha visto il suo tumore scomparire completamente, come confermato dalle immagini di risonanza magnetica, all’interno del contesto dello studio clinico BIOMEDE coordinato dal professor Jacques Grill presso il centro oncologico Gustave Roussy in Francia.
Il DIPG colpisce il tronco encefalico, una regione del cervello responsabile di funzioni vitali quali respirazione e battito cardiaco. In Italia vengono segnalati ogni anno tra i 25 e i 30 nuovi casi, con un picco d’incidenza tra i 5 e i 10 anni di età; la prognosi resta drammatica: solo meno del 10% dei bambini sopravvive oltre due anni dalla diagnosi e appena il 2% arriva a cinque anni di sopravvivenza. Le terapie tradizionali, come la radioterapia, rallentano solo temporaneamente la progressione della malattia.
A sei anni Lucas ricevette la diagnosi di DIPG e venne inserito nel trial BIOMEDE (BIOlogical MEdicines for Diffuse Intrinsique Pontine Glioma Eradication), il più esteso studio internazionale mai condotto su questa patologia. Grazie a una biopsia stereotassica vennero analizzate le caratteristiche molecolari del tumore per assegnare a ogni paziente uno tra tre farmaci sperimentali—erlotinib, dasatinib o everolimus—in base al profilo genetico. A Lucas fu somministrato l’everolimus, un inibitore mTOR già impiegato in altre neoplasie: il tumore iniziò una lenta ma costante regressione fino a scomparire del tutto dalle risonanze magnetiche, e non è più ricomparso nemmeno dopo la sospensione della terapia. Secondo il professor Grill, la chiave del risultato è una mutazione particolarmente rara nel tumore di Lucas, che ha reso le sue cellule molto più sensibili al farmaco rispetto ai casi standard.
Nel settembre 2022 è partita la seconda fase dello studio, BIOMEDE 2.0, che mira a esplorare ulteriormente l’efficacia dell’everolimus sui pazienti con mutazioni affini a quella rilevata in Lucas. I ricercatori stanno sviluppando “organoidi” tumorali—collezioni di cellule coltivate in laboratorio che ricreano le anomalie genetiche osservate nei tumori dei pazienti—in modo da testare nuovi composti capaci di replicare la risposta eccezionale osservata nel caso di Lucas. Tuttavia, gli stessi scienziati avvertono che potrebbe passare oltre un decennio prima di trasformare queste scoperte in un farmaco concreto disponibile per tutti i bambini con DIPG.
Parallelamente, altre linee di ricerca internazionali mostrano progressi promettenti. Alla Stanford Medicine è stata sperimentata una terapia con cellule CAR-T—linfociti T ingegnerizzati per riconoscere antigeni specifici dei tumori cerebrali pediatrici, incluso il DIPG—che in alcuni casi ha portato a una riduzione significativa della massa tumorale e un recupero funzionale nei piccoli pazienti. Tale approccio, pubblicato su Nature nel novembre 2024, ha ottenuto dalla FDA statunitense la designazione di “Advanced Therapy Medicinal Product”, accelerando le sperimentazioni cliniche e indicando la possibilità di estendere questi risultati a una platea più ampia di bambini affetti da DIPG.
In Italia, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma sta procedendo con un progetto pilota di terapie cellulari per i gliomi diffusi della linea mediana, utilizzando cellule CAR-T combinate con farmaci mirati come il Linsitinib. I risultati iniziali, rilasciati in forma preclinica, mostrano un drastico rallentamento della crescita tumorale e una potenziale diminuzione della mortalità nei modelli sperimentali, aprendo nuove prospettive per la cura delle neoplasie cerebrali considerate inoperabili fino a oggi.
La storia di Lucas rappresenta un faro di speranza nella ricerca contro i tumori cerebrali pediatrici. Pur consapevoli dei tempi lunghi necessari per trasformare i successi in laboratorio in terapie diffusive, la comunità scientifica è convinta che l’approccio personalizzato e la profilazione molecolare, insieme alle innovazioni nelle terapie cellulari, possano rivoluzionare il panorama terapeutico. Grazie agli studi in corso e all’implementazione di BIOMEDE 2.0, nei prossimi anni potremmo assistere a nuove strategie in grado di aumentare sensibilmente la sopravvivenza e la qualità di vita dei bambini colpiti da DIPG e altre forme aggressive di tumore cerebrale.