
Finalmente torna il Natale, la festa, tanto attesa da grandi e piccini, “consacrata” allo scambio di doni, a quintali di cibo in tavola, al falso sentimentalismo e al riposo.
Certo che noi uomini bizzarri lo siamo. Riflettendoci, ogni Natale celebriamo la fretta, lo stress e lo shopping, piuttosto che l’amore e l’affetto, ed è in effetti vergognoso credere che possa gratificarci di più un regalo che un abbraccio di un proprio caro.
Eppure, prima che diventasse la maggior festa del dover comprare, assieme al Black Friday, il Natale ha avuto un forte significato sacro, che ad oggi si è del tutto dissolto.
Sarcasmo a parte, è triste rendersi conto che siamo riusciti a rovinare una festa di tante virtù come questa, per l’ennesima volta abbiamo distrutto i veri valori della vita, per inseguire, ancora, quell’elemento che tutti bramano, ormai motore dell’intera esistenza dell’uomo: il denaro.
Come possiamo essere così stupidi da credere di poter comprare, letteralmente, la felicità di un uomo?
Non è forse più bello riunirsi con le persone alle quali si vuole bene e di trascorrere del tempo sereno con quest’ultime?
Dovrebbe consolarci l’idea di poter abbracciare di nuovo coloro che non vediamo da tempo, scherzare seduti allo stesso tavolo gli uni di fronte agli altri, gli uni accanto agli altri, e a riempirci la pancia di risate, cucinare assieme per il piacere di farlo e mangiare anche ciò che è venuto male, cantare in coro quelle famose canzoni che conoscono tutti, adulti e bambini, oppure ricordare, con un velo di triste malinconia, quelle persone che un tempo erano sedute con noi, magari qualche Natale fa.
Ad oggi si è perso il valore di questa festa, come si è perso il valore della felicità: quell’entità che pare sfuggire a tutti, perché nessuno comprende che cercarla lontano è inutile perché è da sempre sotto al nostro naso. Basterebbe veramente poco per essere più felici, basterebbe circondarsi di attimi vissuti, piuttosto che di buste stracciate e pensieri inutili.
Qualche anno fa chiesi ad una bambina cosa fosse per lei il Natale e quest’ultima mi rispose: “Babbo Natale mi porta i regali, non vedo l’ora!”.
Quest’anno ho posto la stessa domanda alla stessa bambina, la quale mi ha rimandato qualcosa di diverso, di speciale: “Manu sono molto felice, perché so di star salvando la vita di uno di quei tanti bambini chiusi in quell’orfanotrofio”, se non fosse chiaro, questa famiglia sta adottando una dolce anima in difficoltà.
Forse siamo ancora in tempo per ripristinare la virtù di questa grande festa. Forse può esserci ancora speranza, la speranza di ritornare alla mera essenza della vita, ai veri valori, quelli genuini, quelli autentici. Ma per farlo bisogna essere consapevoli, bisogna capire che a farci felici non sarà nulla di concreto e materiale, nulla che si può racchiudere in uno scatolo sotto ad un albero adornato.
La magia del Natale esiste e si nasconde dietro i piccoli gesti, quelli di bontà e ricchi di veridicità, di sincerità.
Ecco la magia del Natale. Io ci credo e tu?
(di Emanuela Di Napoli)
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