
La giornata di oggi, giovedì 17 aprile 2025, verrà ricordata come uno dei giorni più bui nella storia recente delle infrastrutture di trasporto campane.
Intorno alle ore 15:00, un cavo di trazione si è spezzato lungo la linea della funivia della Circumvesuviana che collega Castellammare di Stabia alla vetta del Monte Faito, provocando il distacco e la caduta della cabina in partenza dalla stazione sommitale.
Nella stessa traiettoria, la fune si è accasciata sui cavi della linea Napoli-Sorrento dei treni della Circumvesuviana sottostante, interrompendone il servizio.
Il bilancio provvisorio, confermato da fonti dei soccorritori, parla di quattro vittime tra i passeggeri della cabina precipitata, di un – identificato nel macchinista dell’impianto – e di un ferito in codice rosso.
La tragedia si è svolta nella nebbia fitta e sotto forti raffiche di vento, condizioni che hanno reso ancora più complesse le operazioni di soccorso.
Le squadre del Soccorso Alpino e dei Vigili del Fuoco, coordinate dalla Prefettura di Napoli, hanno concentrato i loro sforzi sul recupero dei 16 passeggeri, compresi alcuni bambini, intrappolati nella cabina rimasta bloccata vicino alla stazione di partenza, calandoli uno a uno con funi e imbragature.
Tutti sono stati portati in salvo, seppur sconvolti dall’esperienza.
Sul fronte delle reazioni istituzionali, Umberto De Gregorio, presidente di EAV, la società di trasporti regionale che gestisce l’impianto, ha definito l’accaduto «una tragedia», aggiornando in tempo reale la cittadinanza tramite i propri canali social.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha assicurato massimo impegno per sostenere le famiglie colpite.
A livello nazionale, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha chiesto «un report accurato sull’incidente» e «accertamenti di responsabilità in tempi rapidi», sottolineando l’urgenza di fare piena luce su ogni aspetto della vicenda.
L’incidente riporta alla memoria un altro drammatico episodio avvenuto il 15 agosto 1960, quando una cabina della stessa funivia precipitò sui binari della Circumvesuviana causando quattro morti e oltre trenta feriti.
All’epoca, un errore umano nella gestione dei freni provocò la discesa incontrollata, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva di Castellammare di Stabia. Quell’evento, avvenuto in un giorno di festa, trasformò in lutto un’intera comunità montana.
Sul versante giudiziario, la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha immediatamente aperto un fascicolo per i reati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. Il Procuratore Capo si è recato sul luogo dell’incidente per coordinare gli «atti di indagine tecnici non differibili», tra cui rilievi sui cavi, analisi dei sistemi frenanti e acquisizione dei registri di manutenzione dell’impianto.
Parallelamente, il Ministero delle Infrastrutture, tramite l’ANSFISA (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali), ha inviato una commissione di esperti per supportare le autorità locali nell’analisi delle cause tecniche del cedimento.
Il Sottosegretario Antonio Iannone e il Sottosegretario Corrado Ferrante (MIT) hanno espresso cordoglio e stimolato «un intervento ispettivo rapido e approfondito» per verificare eventuali criticità strutturali o anomalie nei protocolli di sicurezza.
Anche l’EAV dovrà fornire documentazione dettagliata sulle operazioni di manutenzione: nei giorni precedenti alla tragedia, l’azienda aveva completato la sostituzione della fune di soccorso, affidata a ditte qualificate, e aveva terminato i collaudi tecnici di rito in vista della riapertura stagionale avvenuta il 10 aprile 2025.
Questi elementi saranno al centro degli accertamenti, insieme ai log dei sistemi di emergenza e delle telecamere di sorveglianza.