Istituita nel 2003 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro si celebra ogni 28 aprile per richiamare l’attenzione sull’importanza di prevenire infortuni e malattie professionali.
L’edizione 2025, promossa dall’OIL con il tema “Rivoluzionare la salute e la sicurezza sul lavoro: l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione nel mondo del lavoro”, pone l’accento sulle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per rendere gli ambienti di lavoro più sicuri ed efficienti.
Purtroppo, proprio nella mattinata di oggi, 28 aprile, attorno alle 8:10, un dumper (mezzo pesante usato per il trasporto dei blocchi) è precipitato per diversi metri nella fossa Ficola all’interno della cava di marmo di Miseglia, nel comune di Carrara (Massa Carrara), schiacciando sotto il suo peso l’autista di 59 anni, esperto conducente e donatore Avis.
Sul posto sono intervenuti Soccorso cave, medici e infermieri del 118, operatori per la prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, vigili del fuoco e forze dell’ordine, ma per l’uomo non c’è stato nulla da fare.
La segretaria generale di Filca-Cisl Toscana, Simona Riccio, ha definito la tragedia “un’atroce beffa che ricorda come la sicurezza sul lavoro debba essere riconosciuta da tutti come valore strategico e da tutelare”, rimarcando la necessità di rafforzare formazione, controlli e responsabilità condivisa nelle imprese.
I dati nazionali confermano il quadro preoccupante: nel 2024 le vittime sul lavoro in Italia sono state 1.090, 49 in più rispetto al 2023, mentre gli infortuni denunciati sono aumentati di 4.215 unità e le patologie professionali segnalate hanno superato quota 15.745.
La tendenza si è ulteriormente aggravata nei primi due mesi del 2025, quando sono già stati registrati 138 decessi sul lavoro – comprensivi degli incidenti in itinere – con un incremento del 16% sullo stesso periodo del 2024, come rilevato dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega su dati INAIL.
L’ennesima vittima di Carrara e i numeri in crescita richiamano all’urgenza di trasformare le parole in azioni concrete: servono investimenti continui in formazione, controlli più stringenti, tecnologie digitali applicate alla prevenzione e una cultura della sicurezza che parta dal singolo lavoratore fino ai vertici aziendali. In questa prospettiva si inserisce il libro “Basta! Prevenzione e sicurezza sulla strada e sul lavoro” del prof. Domenico Cerullo, promosso dal CSV Irpinia Sannio ETS nell’ambito del progetto “Il Mantello Condiviso” e presentato il 25 gennaio scorso ad Avellino, che contribuisce a stimolare un dibattito su buone pratiche e modelli di intervento per garantire il diritto alla salute e all’incolumità di chi lavora.
È indispensabile che imprese, istituzioni e lavoratori colgano l’eredità di questa giornata per invertire una tendenza che, ancora oggi, spezza troppe vite: la sicurezza non è un’opzione, ma un diritto irrinunciabile.