La tanto annunciata riapertura della linea Baiano–Napoli gestita da EAV, attesa con speranza da studenti, lavoratori e amministrazioni locali, si è trasformata in un’altra giornata di confusione: il primo treno previsto non è partito e, di fatto, non si sono svolte corse ferroviarie regolari nella mattina della riapertura.
L’azienda aveva comunicato una data precisa per la ripresa del servizio dopo mesi di sospensione per lavori di sicurezza e manutenzione, ma la corsa mattutina segnata nei tabelloni e attesa dai passeggeri non è stata effettuata, lasciando molte persone in stazione senza informazioni chiare e costringendo i servizi sostitutivi su gomma a mantenere il collegamento.
L’episodio ha riacceso critiche già indirizzate a EAV per modalità e chiarezza delle comunicazioni: i pendolari e i comitati civici accusano l’azienda di scarsa trasparenza e di aver più volte rimandato promesse senza fornire garanzie concrete. Nei giorni precedenti alla data comunicata si erano svolti tavoli istituzionali tra EAV e i sindaci dei comuni interessati per concordare tempi e procedure della riapertura, ma quelle intese non si sono tradotte in un riavvio stabile del servizio. Chi si muove quotidianamente su quella tratta ha denunciato non soltanto il disagio immediato ma anche il logoramento della fiducia verso chi gestisce il trasporto locale.
Alle radici della frustrazione c’è una lunga fase di interruzione: la tratta Napoli–Baiano era stata sospesa per interventi tecnici che hanno comportato circa quattro mesi di fermo e una riorganizzazione forzata degli spostamenti da parte degli utenti, costretti a soluzioni alternative più lente e spesso più costose. Durante quel periodo le amministrazioni locali hanno sollecitato aggiornamenti e garanzie, chiedendo piani di manutenzione chiari e calendari operativi verificabili per evitare che l’intervento si trasformasse in una sospensione prolungata senza certezze. Le riunioni istituzionali hanno prodotto annunci e impegni pubblici, ma la sequenza di rinvii e cronoprogrammi rimodulati ha alimentato l’imbarazzo e la protesta dei cittadini.
La mattina in cui era prevista la ripartenza ha messo in luce due problemi distinti ma collegati: da una parte le criticità tecniche o operative che hanno impedito l’effettiva partenza dei treni, dall’altra una gestione comunicativa che non ha saputo informare tempestivamente la cittadinanza sullo stato reale del servizio. Gli effetti pratici si sono tradotti nell’assenza di corse ferroviarie regolari e nella persistenza dei bus sostitutivi, con tutte le limitazioni di capienza, tempi e comfort che questo comporta rispetto al servizio su ferro. I passeggeri hanno riferito tabelloni aggiornati in modo incerto, annunci contrastanti e nessuna indicazione affidabile sulla tempistica di ripristino delle corse.
Le reazioni politiche e civiche non si sono fatte attendere: comitati di pendolari e rappresentanti locali hanno nuovamente chiesto verifiche tecniche immediate e l’apertura di un confronto trasparente con EAV per chiarire le cause del mancato avvio e per definire un calendario certo delle corse. La richiesta prevalente è di certezze operative e di una comunicazione rapida e affidabile, elementi ritenuti indispensabili per consentire a famiglie e lavoratori di pianificare la giornata senza subire ulteriori disagi. Le amministrazioni locali, dal canto loro, hanno sollecitato garanzie sugli standard di sicurezza e sulle procedure di manutenzione preventiva, sottolineando che la mobilità del territorio non può essere affidata a annunci disattesi.
Questo episodio va letto anche come un capitolo di una storia più ampia: la linea non è nuova a interruzioni e ristrutturazioni, e ogni riapertura annunciata negli ultimi mesi è stata accompagnata da incertezze e da attese che spesso sono state disattese. Il risultato è un progressivo logoramento della fiducia degli utenti nei confronti del gestore e una crescente percezione che le promesse istituzionali non siano accompagnate da verifiche operative attendibili. La perdita di fiducia è un costo difficile da quantificare ma concreto nella vita quotidiana: influenza scelte di viaggio, opportunità di lavoro, assistenza scolastica e la propensione a utilizzare il trasporto pubblico.
Per uscire da questo impasse le richieste sono chiare e pratiche: verifiche tecniche puntuali con esito pubblicato; un calendario di corse definitivo e vincolante; meccanismi di comunicazione diretta e tempestiva con i pendolari; e impegni precisi sulle azioni di manutenzione preventiva per evitare nuove sospensioni. Solo così si potrà restituire credibilità al servizio e ridare agli utenti la certezza che una riapertura annunciata corrisponda effettivamente a treni in circolazione e non solo a frecce sul tabellone.
Per ora la situazione resta in stand-by in attesa delle spiegazioni ufficiali da parte di EAV: i cittadini osservano, i comitati sollecitano risposte e le amministrazioni chiedono fatti verificabili. La speranza diffusa resta che le prossime comunicazioni siano accompagnate da date, turni e garanzie concrete, e che la linea torni a funzionare regolarmente senza ulteriori rinvii, perché per molti residenti e pendolari la continuità del collegamento non è un’opzione ma una necessità quotidiana.

