Una preziosa lapide da salvare nel centro storico di Sirignano

di Pasquale Colucci

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Lo storico locale Pasquale Colucci (autore dell’articolo)

 

La lapide del 1774, miracolosamente sopravvissuta a Sirignano.

 

Nel centro storico di Sirignano, quasi miracolosamente, si è salvata – non dall’inevitabile usura del tempo quanto dalla stupida furia distruttrice degli uomini – una interessante lapide, che per il suo contenuto costituisce un’importante fonte storica, non solo di carattere locale.

Collocata in piazza dei Caduti, la lapide (in pietra calcarea) risale al 1774 e riporta un’epigrafe, interamente in latino, relativa a un’opera pubblica realizzata in quell’anno dagli «eletti» Diego Di Napoli e Silvestro Sgambato con fondi dell’«università» e dei cittadini di Sirignano.

L’opera non è specificamente citata ma ricordi personali dello scrivente e una preziosa foto pubblicata nella Fototeca Nolana di Leonardo Avella attestano che la lapide era murata sulla bocca di attingimento di una cisterna pubblica per la raccolta di acqua piovana, situata proprio nell’attuale piazza dei Caduti e demolita nei primi anni ’60 del Novecento, per cui è più che evidente che la lapide fu commissionata e posta in opera proprio per tramandare ai posteri la realizzazione dell’importante struttura, costruita peraltro contemporaneamente ad altre due cisterne, site in piazzetta Croce e in piazza Principessa Rosa (dove era presente un’altra lapide simile a quella citata). Opere che, come si può ben comprendere, erano all’epoca – in buona parte dei piccoli e medi centri abitati del Regno di Napoli – di vitale importanza, in assenza di altre forme di approvvigionamento idrico.

Oltre che per questo già rilevante aspetto, la lapide in questione riveste una straordinaria importanza storica anche per la presenza in essa dei due termini: «università» ed «eletti», ancora oggi usati ma con significati notevolmente diversi. Fino ai primi anni dell’Ottocento, infatti, nel Regno di Napoli, con il termine «università» veniva indicato quello che potremmo definire l’antenato dell’attuale Comune ossia l’organo che gestiva (in modi e forme del tutto diversi da quelli attuali) la vita di un centro abitato con tutte le relative problematiche soprattutto di carattere economico, fiscale e di gestione delle risorse del territorio, nonché i complessi rapporti con il governo centrale e con il baronaggio. Organizzate in maniera non uniforme e, ripeto, in forma del tutto diversa dagli odierni Comuni, le universitates erano generalmente rette da un sindaco, coadiuvato da un piccolo numero di «eletti» o – soprattutto nei paesi più piccoli, come nel caso in esame – solo da due «eletti», così definiti in quanto venivano scelti ogni anno (con una votazione di tipo plebiscitario) dall’assemblea di tutti i capi-famiglia, detta «parlamento».

Per tutti gli anzidetti motivi, la preziosa lapide andrebbe rimossa dal luogo in cui si trova (esposta alle intemperie e ad altri possibili danni) e, dopo opportuno restauro, andrebbe conservata in luogo protetto e con adeguata targa esplicativa, per essere consegnata alle generazioni future.

Bibliografia

L. Avella, Fototeca Nolana. Agro 9, Napoli, I.G.E.I., 1999;

P. Colucci (a cura di), Un paese chiamato Sirignano. Piccola guida al patrimonio culturale ed alle potenzialità del territorio, Sirignano, Pro Loco Sant’Andrea, 2008;

P. Colucci, Economia e poteri locali in una comunità rurale del Mezzogiorno moderno. Tre fonti documentarie sul casale di Sirignano nel Settecento, Avellino, Il Terebinto Edizioni, 2020.