
Audace Cerignola e Avellino si preparano a darsi battaglia nel turno preliminare di Coppa Italia, una sfida che non è soltanto un’occasione per testare forze e ambizioni, ma anche il primo banco di prova ufficiale per i “lupi” irpini.
Per l’Avellino, reduce dal trionfo che ha sancito il ritorno tra i cadetti dopo sette anni di purgatorio, l’appuntamento con i pugliesi di Cerignola rappresenta un’occasione per cominciare con il piede giusto una stagione che si preannuncia intensa su più fronti, fra la nuova avventura nella categoria superiore e l’urgente questione dell’adeguamento del “Partenio-Lombardi”.
Il cammino che ha portato l’Avellino a festeggiare la promozione si è concluso lo scorso 19 aprile, quando i biancoverdi si sono assicurati matematicamente il primo posto nel girone C battendo il Picerno per 2-1 sul terreno neutro di Potenza. Dopo un’annata di grandissima continuità, culminata con il derby vinto contro il Foggia e la successiva vittoria sul Sorrento che ha sancito la matematica certezza del primo posto, la squadra guidata da Roberto Taurino ha potuto brindare alla conquista del ritorno in Serie B, traguardo inseguito fin dalla ripartenza del club con la nuova proprietà D’Agostino e con il direttore sportivo Di Somma.
La Coppa Italia, in questo contesto, offre un primo test ufficiale per valutare la compattezza di un organico rinforzato in estate soprattutto in difesa e a centrocampo, con l’obiettivo di non farsi trovare impreparati di fronte a un’avversaria che nelle ultime stagioni ha costruito la propria crescita proprio grazie a una solida organizzazione di squadra. L’Audace Cerignola, che nella stagione 2024/25 ha chiuso al quarto posto in graduatoria nel girone C, ha dimostrato di sapersi comportare più che dignitosamente nel calcio professionistico, puntando su un mix di giovani promettenti e giocatori esperti abituati a navigare stabilmente in categorie superiori. Il pareggio per 1-1 ottenuto a gennaio proprio contro l’Avellino in trasferta, risultato maturato grazie a un gol nel finale, ha sottolineato la capacità dei gialloblù di soffrire e colpire in ripartenza.
Per gli irpini, lo staff tecnico di Taurino avrà il compito di mettere in campo la giusta concentrazione fin dal primo minuto, senza sottovalutare un team affamato di riscatto e desideroso di spingersi fino ai trentaduesimi di finale, oltre i quali ad attenderlo ci sarebbe il Cagliari, una squadra di categoria superiore pronta a togliere il fiato a chiunque punti alla qualificazione. Guardando più avanti nel tabellone, in caso di qualificazione anche contro i sardi, l’avversario virtuale nei sedicesimi potrebbe essere il Napoli, recente campione d’Italia, aprendo così le porte a un derby campano di altissimo profilo: un sogno che farebbe impazzire la tifoseria biancoverde e che riconfermerebbe l’Avellino come uno dei club più ambiziosi e desiderosi di consacrarsi anche a livello nazionale. Da Cerignola a insidiare i partenopei, il salto è importante, ma la spinta dei tifosi e il morale alle stelle dopo la promozione possono giocare un ruolo determinante nel percorso dei lupi biancoverdi.
Negli ultimi mesi, l’Avellino ha manifestato segnali di grande solidità sia in difesa sia nel reparto offensivo. I numeri parlano chiaro: il 2-1 inflitto alla Casertana il 22 febbraio, il 2-1 casalingo contro il Crotone del 16 febbraio e l’importante 3-1 sul campo del Team Altamura del 13 dicembre 2024 hanno dimostrato come il gruppo sappia reagire anche in situazioni di difficoltà. Se poi si considerano i ko indolori arrivati solo per 1-0 sul campo del Foggia l’8 febbraio o sul Taranto il 3 novembre, appare evidente che il rendimento complessivo del collettivo sia stato tra i migliori dell’intero girone C. A livello di organico, la presenza di elementi come l’esperto centravanti Luigi Redan e il mediano di interdizione Simone Palumbo ha concesso a Taurino la possibilità di variare più volte modulo, passando dal 4-3-3 offensivo a un più coperto 3-5-2 quando si è trattato di blindare risultati importanti.
Tuttavia, sul fronte impianti, l’euforia per il ritorno in Serie B si scontra con un’altra partita a metà campo: quella dell’adeguamento dello stadio “Partenio-Lombardi”. Lo scorso 4 luglio 2024 il Commissario Straordinario del Comune di Avellino, Paolo D’Attilio, ha approvato il progetto di miglioramento sismico dell’impianto per un importo complessivo di 625mila euro, finanziamento inserito nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2024-2026 e previsto per essere completato prima dell’inizio del campionato di Serie C 2024/25. Nonostante l’impegno economico e la programmazione, i tifosi biancoverdi hanno dovuto fare i conti con tempi burocratici più lenti del previsto. A ottobre 2024, il presidente Angelo D’Agostino aveva lanciato un appello affinché il Comune accelerasse l’iter, sottolineando che «siamo impegnati per avere un impianto all’altezza, ma servono tempi certi dal Comune. Finora abbiamo speso cifre importanti senza avere ancora la certezza su quando potremo iniziare i lavori».
La situazione è ulteriormente peggiorata nei primi mesi del 2025: a febbraio, l’architetto Gino Zavanella ha affermato che «al momento è tutto fermo al palo perché la proprietà sta facendo una serie di valutazioni», lasciando intendere che sebbene il progetto sia pronto, manchino ancora le ultime buzzword tecnico-amministrative per partire con i cantieri. Nel frattempo, il manto erboso ha ricevuto interventi di manutenzione straordinaria nel settembre 2024, con una spesa di 50mila euro stanziata dal Comune per la sistemazione dei sotto-strati e la risagomatura del terreno di gioco, in vista dell’utilizzo da parte dell’Avellino e delle attività sportive collaterali. Ma la notizia più recente, datata marzo 2025, vede l’Us Avellino ottenere una proroga di quattro mesi per la concessione dello stadio, in attesa del nuovo bando: un’ulteriore testimonianza di come il processo di ristrutturazione sia ancora in una fase delicata, e che il club dovrà probabilmente giocare le prime gare di Serie B in un impianto non ancora pienamente a norma sotto il profilo sismico e di omologazione UEFA.
Per i biancoverdi, dunque, la partita di Coppa Italia contro l’Audace Cerignola non è soltanto un banco di prova tecnico-tattico, ma anche un’occasione per riaffermare l’orgoglio di una piazza che in meno di dodici mesi ha riassaporato il gusto della vittoria e aspettative di palcoscenici importanti. Superare il turno significherebbe correre verso quei trentaduesimi di finale che metterebbero di fronte l’Avellino al Cagliari, un impegno di livello che porterebbe in Irpinia il fascino dei riflettori nazionali. Oltretutto, la possibilità – concreta solo in caso di doppio colpaccio – di affrontare il Napoli agli ottavi suscita un brivido particolare, tanto più dopo la cavalcata vincente dei partenopei in campionato: un derby campano in Coppa Italia, se possibile, basterebbe a infiammare un’intera regione.
Non si tratta però di voli pindarici: la squadra di Taurino conosce bene l’importanza di affrontare ogni avversario con il massimo rispetto. I precedenti col Cerignola, seppure recenti, mostrano come la formazione pugliese non sia più una semplice comparsa. Dal pareggio per 1-1 dell’inizio 2025 al “Partenio”, alla vittoria per 2-1 nella semifinale di Coppa Italia Serie C contro il Monopoli, gli uomini di Biancolino hanno dimostrato di saper alzare l’asticella nei momenti importanti. Di contro, l’Avellino ha ulteriormente rinforzato la rosa in vista della Serie B, assicurandosi già a gennaio l’esperienza del difensore centrale Carlo Musa e puntellando la mediana con elementi di interdizione come Andrea D’Angelo. L’intento è chiaro: gettare le basi per un campionato tra i cadetti che non sia soltanto di sopravvivenza, ma che punti a un piazzamento in grado di riportare i lupi nuovamente nel calcio che conta.
Intanto, la tifoseria biancoverde continua a riempire il “Partenio-Lombardi” – tra trasferte, pullman e striscioni color biancoverde –, alimentando un calore che, anche se il manto erboso è in ristrutturazione e le sedute in curva attendono il rifacimento, non conosce soste. In città l’entusiasmo è palpabile: dal bar in centro al circolo di tifosi, basta menzionare la parola “Coppa Italia” per vedere volti illuminarsi all’idea di sognare un incrocio nei sedicesimi con il Napoli. Ma c’è anche la consapevolezza che, prima del grande palcoscenico, bisogna scendere in campo a Cerignola concentrati e determinati, perché in Coppa, come nel campionato, basta un’attimo di distrazione per vedere sfumare un sogno.
Il calcio, del resto, è uno sport di istanti, di ribaltamenti improvvisi e di rincorse infinite. E l’Avellino lo sa: ha vinto il campionato con una giornata di anticipo, si è scrollato di dosso anni di difficoltà e ora vuole scrivere una nuova pagina della sua storia. Che inizi con un successo in Puglia o che passi attraverso un’insidia tattica ben studiata da mister Biancolino, la partita di Coppa sarà un importante banco di prova. Sotto il profilo tecnico, servirà mantenere elevati i ritmi, sfruttare la profondità sulle fasce e, soprattutto, non concedere spazio ai contropiedi dei giocatori più veloci del Cerignola. Sul piano emotivo, sarà fondamentale gestire al meglio la carica dei tifosi avversari e respirare l’atmosfera calda di uno stadio di provincia, dove la passione per il calcio è anima e cuore di un’intera comunità.
In chiusura, al fischio d’inizio del match preliminare, il “Partenio-Lombardi” e lo stadio “Perrone” di Cerignola diventeranno palcoscenici di un confronto che ha già dentro di sé la storia di una promozione, l’eco di una rivalità regionale e la speranza di un derby campano in Coppa. Tra le due squadre non corre soltanto l’allegria di un pubblico che vuole sognare, ma anche la concretezza di dirigenze che guardano al futuro: da un lato l’Avellino chiamato a dimostrare di meritare la Serie B, dall’altro Cerignola deciso a non lasciare passare nessuna occasione per confermarsi realtà emergente. Se è vero che in campionato si contendono punti, in Coppa si combattono emozioni. E sotto questa luce, ogni passaggio riuscito, ogni parata, ogni clamoroso salvataggio in area possono diventare tasselli di un racconto destinato a entrare nei ricordi dei tifosi. A Cerignola o ad Avellino, il calcio è capace di tenere tutti con il fiato sospeso. E in Irpinia, dove si tornerà a cantare “Forza Avellino” con la speranza di un’altra notte magica, la Coppa Italia già profuma di sogni.