E-Bike oltre i 25 km/h: perché sbloccarla è illegale e può costare caro anche dal punto di vista tecnico.

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Nel panorama delle biciclette a pedalata assistita, una delle domande più frequenti riguarda la possibilità di sbloccare un’ebike per superare il limite dei 25 km/h imposto dalla normativa europea. Tuttavia, questa pratica (sconsigliata) solleva una serie di problemi legali, tecnici e di sicurezza che è fondamentale comprendere bene.

Il limite dei 25 km/h non è arbitrario; è stato stabilito per distinguere le biciclette elettriche legali dai ciclomotori. Rimanendo entro questa soglia, l’ebike mantiene lo status giuridico di bicicletta, consentendo la circolazione senza targa, assicurazione o casco obbligatorio. Superare questo limite implica trasformare il mezzo in un veicolo a motore, con tutte le obbligazioni legali e burocratiche che ne derivano, inclusi obblighi assicurativi, immatricolazione e revisione periodica. In Italia, il Codice della Strada, aggiornato nel 2024, conferma questa distinzione e sanziona severamente le violazioni .

Dal punto di vista tecnico, modificare l’ebike per superare il limite dei 25 km/h comporta rischi significativi. I motori e le batterie sono progettati per funzionare entro parametri specifici; alterare questi valori porta a un’usura accelerata dei componenti, riducendo l’autonomia e compromettendo le prestazioni complessive. Sulle biciclette più leggere, dotate di accumulatori di capacità inferiore, la perdita di autonomia può essere drastica, rendendo l’uso quotidiano meno pratico. Inoltre, i produttori hanno introdotto sofisticati sistemi di controllo software in grado di rilevare manomissioni e bloccare l’assistenza, rendendo il mezzo inutilizzabile fino a un intervento autorizzato. Anche ripristinando l’ebike al suo stato originale, è possibile risalire all’uso scorretto e, di conseguenza, la garanzia non viene più riconosciuta, esponendo l’utente a costi aggiuntivi in caso di guasti .

Dal punto di vista legale, una bici sbloccata smette di essere un semplice mezzo ecologico e diventa un ciclomotore irregolare. In caso di incidente, le responsabilità civili e penali ricadono direttamente sull’utilizzatore, e le conseguenze possono includere multe salate, sequestro del mezzo e problemi con le assicurazioni, che in caso di sinistro potrebbero rifiutare qualsiasi risarcimento .

Molti ciclisti potrebbero pensare che sbloccare l’ebike significhi ottenere maggiore libertà o prestazioni più elevate, ma la realtà è che questa scelta compromette i principali vantaggi del mezzo: facilità di utilizzo, assenza di vincoli burocratici, affidabilità e copertura della garanzia. I produttori stessi, consapevoli della pratica del “tuning”, hanno sviluppato sistemi antifrode progettati per scoraggiare e penalizzare le manomissioni, proteggendo così la sicurezza degli utenti e l’integrità dei componenti .

La ricerca online su come superare il limite di 25 km/h riflette una curiosità diffusa, ma la risposta più concreta è che conviene rispettare le regole. Modificare l’ebike non solo riduce la durata del mezzo, ma aumenta il rischio di incidenti e comporta implicazioni legali importanti. La vera essenza dell’ebike resta nella pedalata assistita entro i limiti, capace di coniugare mobilità sostenibile, piacere di guida e libertà di circolazione senza complicazioni. Utilizzare correttamente la bicicletta elettrica significa sfruttare al massimo le sue potenzialità in sicurezza, senza dover affrontare rischi tecnici o giuridici che possono trasformare un mezzo innovativo e pratico in un problema serio.