L’Europa si trova oggi di fronte a una sfida storica. In un mondo sempre più competitivo e instabile, segnato dall’ascesa di nuove potenze economiche e da politiche protezionistiche come l'”America First” degli Stati Uniti, l’Unione Europea non può più permettersi di rimanere prigioniera di vecchi riti e procedure che ne bloccano la trasformazione in un’entità federale forte e coesa.
Le attuali crisi globali hanno messo in luce le fragilità di un’Europa troppo spesso divisa da strategie nazionali in concorrenza tra loro, incapace di parlare con una sola voce sui tavoli internazionali. Le divisioni interne su questioni fiscali, commerciali e geopolitiche non solo indeboliscono la posizione dell’UE, ma mettono a rischio la sua stessa capacità di proteggere i propri interessi strategici.
La presenza di paradisi fiscali all’interno dell’Unione, la frammentazione burocratica e l’incapacità di convergere su una politica economica e di difesa comuni sono sintomi di un problema più profondo: l’assenza di una vera volontà politica di trasformare l’Europa in una federazione forte e indipendente.
Il mondo non aspetta. Gli Stati Uniti, la Cina e altre potenze globali stanno ridefinendo le regole del gioco, mentre l’Europa è ancora ostacolata dall’unanimità decisionale e dai conflitti nazionali. Tuttavia, c’è un’opportunità unica da cogliere: i cambiamenti geopolitici, se affrontati con determinazione e unità, possono spingere l’Unione verso un modello di governance più integrato, che superi le attuali inefficienze.
È arrivato il momento di chiudere con i compromessi che paralizzano l’Unione e adottare un sistema federale basato su una politica estera comune, una fiscalità armonizzata e una visione strategica condivisa. Solo così l’Europa potrà essere un interlocutore autorevole a livello globale, capace di difendere i suoi cittadini, le sue imprese e i suoi valori.
L’Europa non può più permettersi il lusso dell’immobilismo. Abbandonare i riti del passato e affrontare con coraggio la trasformazione federale non è solo un’opzione: è una necessità per garantire il futuro di un continente che ambisce a essere protagonista, non spettatore, del nuovo ordine mondiale.