
Il 2023 si è rivelato un anno straordinario per l’industria casearia italiana, con dati impressionanti che evidenziano un giro d’affari record di 13 miliardi di euro. Secondo le elaborazioni di Assolatte, l’associazione delle imprese lattiero-casearie, questo settore si è dimostrato resiliente, superando l’inflazione e gli aumenti dei costi delle materie prime.
Nonostante una flessione nei mercati americano e asiatico, l’export di formaggi italiani ha registrato una crescita significativa in Europa. Questo ha compensato il rallentamento dei consumi interni. La mozzarella continua a dominare come il formaggio italiano più esportato, rappresentando il 25% dei volumi totali. Tuttavia, burrate, ricotte e mascarpone mantengono la loro presenza sul mercato internazionale.
Vent’anni fa, il 70% del fatturato estero proveniva dall’Unione Europea, ma oggi il quadro si è ribaltato con una suddivisione del 60-40 tra l’UE e i mercati extracomunitari. Le associazioni di categoria ora chiedono alle istituzioni di concentrarsi sugli accordi internazionali e di fare progressi nei bilaterali per sfruttare ulteriori opportunità di crescita.
La produzione complessiva di latte in Italia ha registrato una lieve diminuzione del 1,5%, ma la Lombardia si distingue come la regione più produttiva con un incremento del 1%. Tuttavia, il prezzo del latte alla stalla rimane un punto critico, rimanendo del 20% superiore alle quotazioni del 2021.
Le Denominazioni di Origine Protetta (DOP) hanno giocato un ruolo chiave nel trainare il settore. Pecorino Romano, Grana Padano e Gorgonzola hanno evidenziato le migliori performance, chiudendo il 2023 con una crescita rispettivamente del 10%, 5% e 3%. Grana e Parmigiano Reggiano hanno contribuito con oltre il 30% del fatturato complessivo, mentre il Pecorino si conferma leader nel mercato americano nonostante una leggera diminuzione.
Il futuro dell’industria casearia italiana sembra brillante, con una crescente domanda per i prodotti senza lattosio, le burrate e il latte fermentato. Da notare che i formaggi freschi e spalmabili detengono il 48% del totale in termini di volumi, indicando una tendenza verso la versatilità e la freschezza.
In sostanza il 2023 si conferma come un anno d’oro per i formaggi italiani, con prospettive positive per l’espansione sui mercati internazionali e l’innovazione nei prodotti, mantenendo le tradizioni che rendono i formaggi italiani rinomati in tutto il mondo.