Il 4 luglio del 1601, i circa duecento abitanti di quello che all’epoca era il ‘casale’ di Sirignano furono letteralmente sconvolti da un episodio straordinario, che molti considerarono miracoloso e sul quale la curia vescovile di Nola svolse una accurata indagine.
Tutto ebbe inizio a causa delle continue piogge che ostacolavano i lavori della mietitura e, quindi, mettevano a repentaglio la vita stessa della comunità, la cui sopravvivenza – come in tutte le aree rurali del Meridione – si basava ancora esclusivamente sulle derrate prodotte in loco.
Fortemente preoccupati di non riuscire ad accumulare sufficienti scorte di cereali per affrontare l’inverno, i derelitti abitanti del casale – seguendo una delle ritualità tipiche della civiltà contadina – vollero invocare l’aiuto divino con una serie di processioni che, sin dal primo luglio, attraversarono non solo la piccola borgata ma, probabilmente, anche i campi circostanti.
Il 4 luglio, dunque, al rientro in chiesa, il giovane sirignanese Gramazio d’Acierno, che aveva portato il Crocifisso in processione e che ancora lo reggeva in mano, disse al parroco di guardare la sacra immagine perché gli sembrava che la stessa trasudasse acqua. Il parroco, don Felice Masuccio, si voltò immediatamente e vide che effettivamente «dalla facci per la barba ad bascio scorreva sudo di acqua et andava per lo pietto a bascio». Non credendo ai suoi occhi, il sacerdote volle sincerarsi di ciò che stava accadendo, ripetendo il famoso gesto dell’apostolo Tommaso: allungò la mano verso il volto della statua del Cristo crocifisso e subito la ritrasse, completamente bagnata.
Allora accadde qualcosa che con la mentalità di oggi si fa fatica a comprendere: il parroco e i fedeli si prostrarono a terra, gridando «Misericordia!», con un misto di paura e di commozione. Molti, probabilmente, scoppiarono in lacrime e qualcuno, in atto penitenziale, strisciò addirittura con la lingua sul pavimento.
Dopo i primi attimi di costernazione, don Felice prese il Crocifisso dalla mani di Gramazio e lo ricollocò sull’altare maggiore (dove era solitamente posto), fece suonare le campane e accendere le candele e, successivamente, mentre continuavano le preghiere, fece avvisare dell’accaduto sia il parroco del vicino casale di Quadrelle (affinché anche lui facesse suonare le campane), sia il parroco della chiesa di S. Stefano di Baiano, don Felice de Bucceriis, il quale – col titolo di ‘arciprete’ – era la massima autorità ecclesiastica della baronia di Avella.
Seguendo le indicazioni del vicario vescovile, con estrema sollecitudine, il 5 luglio 1601, don Felice de Bucceriis raccolse le dichiarazioni del parroco di Sirignano, dei sirignanesi Gramazio d’Acierno e Paolino Tranchese, dei quadrellesi Giulio Fiordelisi e Martino Stincone e finanche di tale Pompilio Santanello, abitante nell’abbastanza lontana ‘terra’ di Lauro, il quale dichiarò che, trovandosi casualmente a Quadrelle e avendo sentito ciò che era avvenuto, insieme al cognato Giovanni Geremia della Nunziata si era recato
in detto casale de Sirignano; et gionti dentro una chiesa di detto casale, dove stavano una gran multitudine de gente, che se adoravano ad uno Crocifisso che stava al altare maggiore de detta chiesa […] et mirando prima fisso al detto Crocifisso dubitando che non fusse qualche cosa fatto ad arte; vedde detto Crocifisso con li occhi aperti; et stando però un poco hincredulo, continuava al fissare al detto Crocifisso, dove lo vedeva aprire et serrare li occhi et li batteva, como fusse stato un homo vivo.
Nel 1995 un secondo piccolo/grande “miracolo” mi ha consentito di ritrovare i documenti originali con le dichiarazioni dei testimoni dei fatti del 1601, attraverso i quali è stato possibile ricostruire una preziosa e sconosciuta pagina del nostro passato.
Bibliografia
R. De Maio, Società e vita religiosa a Napoli nell’Età moderna (1656-1799), Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1971.
J. Delumeau, La paura in Occidente (secoli XIV-XVIII). La città assediata, Torino Società Editrice Internazionale, 1979.
P. Colucci, I prodigiosi avvenimenti del 1601 a Sirignano, Napoli, Istituto Grafico Editoriale Italiano, 2001.