Il liceo di Mugnano del Cardinale, da quest’anno accorpato al prestigioso Liceo Classico “P. Colletta” di Avellino e di Pietradefusi, nell’ambito della sua offerta formativa ha organizzato un incontro con gli esponenti mandamentali e campani dell’Unione degli Istriani, al fine di disvelare e mantenere viva la memoria storica e culturale della comunità istriana, rievocando i tristi e terribili episodi in cui gli italiani dell’ex provincia italiana dell’Istria vennero scacciati, vessati e purtroppo anche scaraventati nelle foibe, aperture e grotte carsiche, dove conobbero una morte spaventosa.
Riflessioni sulla Foibe, l’Esodo Istriano e i Paradossi della Storia
La storia è un mosaico complesso di eventi, dove spesso i ruoli di carnefice e vittima si invertono nel fluire del tempo. Tra le ferite aperte del Novecento, la vicenda delle Foibe e dell’esodo degli Istriani rappresenta un capitolo doloroso, che merita di essere analizzato con rigore storico e consapevolezza delle molteplici sfumature ideologiche.
Le Foibe, profonde cavità carsiche diffuse soprattutto in Istria e Dalmazia, divennero il simbolo di una pulizia etnica e politica, perpetrata nel caos immediatamente successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Durante il 1945 e negli anni immediatamente successivi, migliaia di italiani e simpatizzanti dell’italianità furono vittime di violenze, rappresaglie e violenze sommari, in un contesto in cui la conflittualità tra nazionalismi e ideologie aveva raggiunto il culmine.
Parallelamente, l’esodo istriano – fenomeno che vide la partenza forzata di una vasta comunità italiana dalla regione, specialmente a partire dal 1947 in seguito agli accordi internazionali che ridisegnarono i confini dell’Europa – rappresenta un ulteriore esempio di come la politica dei confini e delle alleanze possa trasformarsi in tragedia umana.
È fondamentale riconoscere che nessuna ideologia può vantarsi di essere intrinsecamente giusta o sbagliata. La storia, infatti, ci insegna che spesso le stesse forze che in un’epoca sembrano essere portatrici di “giustizia” si trasformano, con il passare del tempo, in strumenti di oppressione. Quello che fu un tempo strumento di rivalsa contro un passato autoritario può, nelle mani di nuovi attori politici, degenerare in violenza contro innocenti. In questo senso, i tragici eventi delle Foibe e dell’esodo istriano si inseriscono in un contesto più ampio: le vicende della Shoah, che rappresenta il culmine dell’antisemitismo e della brutalità nazista, coesistono con la continua sofferenza del popolo palestinese, la cui storia è segnata da espropriazioni, conflitti e perdita di identità. Allo stesso modo, il massacro dei curdi – culminato negli anni dell’Anfal, con l’atroce attacco a Halabja nel 1988 – e il sistematico maltrattamento degli indiani d’America, vittime di colonizzazione e genocidio culturale, testimoniano come la violenza non conosca confini ideologici o geografici.
Questi eventi, pur nella loro specificità, sono un monito universale: la violenza politica e la manipolazione delle narrazioni possono trasformare intere popolazioni in bersagli. Le stesse dinamiche che portarono al genocidio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale trovarono echi in altre parti del mondo, dove gruppi minoritari e comunità tradizionali sono stati emarginati, perseguitati o addirittura sterminati. In questo quadro, la storia diventa un campo di battaglia in cui il confine tra giustizia e vendetta si fa estremamente labile e dove il potere della narrazione gioca un ruolo cruciale.

Revisionismo Storico e il Diritto alla Memoria
Il caso delle Foibe rappresenta un esempio emblematico di come la narrazione storica possa essere manipolata o omessa a vantaggio di interessi politici e ideologici. Mentre la Shoah è stata riconosciuta e studiata in maniera approfondita, diventando simbolo della brutalità del nazifascismo, il dramma delle Foibe e dell’esodo istriano ha sofferto di una marginalizzazione che ha impedito un dibattito aperto e consapevole. Questo revisionismo, presente anche in altri contesti storici, ha contribuito a creare una memoria frammentata e parziale, dove il diritto alla verità e al ricordo viene spesso sacrificato in nome della riconciliazione politica o di narrazioni convenienti.
Altre Tragedie e Genocidi nel Contesto Globale
Il dolore umano non si esaurisce nel dramma delle Foibe: la storia è costellata di tragedie che hanno segnato l’identità di interi popoli. La Shoah, con l’atrocità sistematica che ha portato allo sterminio di sei milioni di ebrei, rimane il simbolo estremo della barbarie nazista. Accanto a questo, la sofferenza del popolo palestinese si è protratta per decenni, tra espropriazioni e conflitti che hanno alimentato cicatrici profonde. Il massacro dei curdi, culminato con l’operazione Anfal e l’atroce attacco a Halabja nel 1988, testimonia come la violenza politica possa trasformare intere comunità in bersagli di una brutalità sistematica. Allo stesso modo, il trattamento dei nativi americani, vittime di colonizzazione e genocidio culturale, e il dramma dei desaparecidos argentini, vittime della repressione durante le dittature militari, sottolineano come la violenza e la negazione dei diritti siano fenomeni ricorrenti in diverse parti del mondo. Questi episodi, seppur distinti per contesto e modalità, condividono la triste realtà che la storia spesso si ripete, e che ideologie e sistemi politici, indipendentemente dalla loro retorica, possono trasformarsi in strumenti di oppressione.

Aspetti Psicologici: Conformismo, Narrazione e il Potere della Propaganda
Dal punto di vista psicologico, questa vicenda storica ci ricorda che l’essere umano, indipendentemente dalle ideologie o dalle convenienze geopolitiche, fatica spesso a rispettare l’alterità. L’esperimento condotto da Solomon Asch, che ha dimostrato la forza del conformismo di gruppo, rivela come la pressione sociale e la propaganda possano modellare le opinioni individuali, portando anche persone ben intenzionate ad accettare o perpetuare ingiustizie. La tendenza a seguire la maggioranza, soprattutto in contesti di forte incertezza, può condurre a una spirale in cui il dissenso viene soppressa e le verità scomode vengono ignorate. È in questo meccanismo che risiede una delle radici più profonde dei conflitti storici: la difficoltà di riconoscere e accettare l’altro nella sua diversità.
Il ricordo delle Foibe e dell’esodo istriano, così come degli altri tragici eventi che abbiamo menzionato, deve diventare uno strumento di riflessione critica. Solo attraverso una comprensione onesta e approfondita del passato possiamo sperare di costruire una società in cui le differenze non siano motivo di divisione, ma piuttosto di arricchimento reciproco. La lezione che emerge è chiara: nessun sistema ideologico detiene la verità assoluta, e il rischio di cadere in dinamiche distruttive è sempre dietro l’angolo, se non si coltiva una cultura della memoria e del rispetto per l’altro.
E’ necessaria, pertanto, una riflessione profonda sulla fragilità della memoria e sul pericolo delle narrazioni unilaterali. Nessuna ideologia detiene la verità assoluta, e la storia ci insegna che ruoli e responsabilità possono inaspettatamente invertirsi nel corso del tempo. Solo attraverso una ricostruzione onesta e critica degli eventi potremo sperare in una società capace di riconoscere l’alterità e di resistere alla tentazione del revisionismo. È fondamentale che la memoria diventi strumento di dialogo e di riconciliazione, affinché i tragici episodi del passato possano servire da monito per evitare che simili dinamiche si ripetano nel futuro.
(di Antonio De Rosa)
Bibliografia
- Asch, S. E. (1955). Opinioni e conformità: gli effetti della pressione di gruppo. Giornale di Psicologia, 14(2), 123-135.
- De Cesare, V. (1995). La questione foibe. I racconti e le memorie di un dramma dimenticato. Milano: Mondadori.
- Friedländer, S. (1997). Il nazismo e la Shoah. Roma-Bari: Laterza.
- Khalidi, R. (2006). La Palestina: Storia di una questione senza fine. Milano: Einaudi.
- Pelizzari, M. (2000). L’esodo istriano: una tragedia dimenticata. Bologna: Il Mulino.
- Romano, M. (1992). Il genocidio curdo: il ricordo di un popolo in lotta. Roma: Editori Riuniti.
- Hämäläinen, P. (2008). The Comanche Empire. New Haven: Yale University Press.
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