
Sandro Staiano ha messo in evidenza che, in questo contesto, la banalizzazione del diritto e la scorciatoia decisionista minacciano di erodere le garanzie democratiche, perché la Democrazia, come la fisica quantistica, “è controintuitiva”: richiede tempi lunghi, mediazione continua e pazienza, esattamente ciò che l’urgenza tecnologica e l’emergenza costante tendono a comprimere.
L’emergere di crisi globali — ambientali, economiche, migratorie — esigerebbe strumenti analitici sofisticati, eppure spesso assistiamo al trionfo dei populismi e della reazione emotiva, che semplificano la complessità anziché governarla.
Per Staiano, non si tratta però di tornare a un ideale astratto della norma: il costituzionalismo è prima di tutto un compromesso dinamico, il risultato di un equilibrio tra diritti individuali e distribuzione dei poteri.
In questa prospettiva, il parlamento non è una mera macchina di maggioranza, ma un luogo in cui le differenze sociali e politiche concorrono alla formazione delle regole, rendendo viva la prassi partecipativa.
È qui che entra in gioco il vero presidio contro l’arbitrio: senza la lente della discussione parlamentare — lenta, ma necessaria — le misure d’eccezione rischiano di diventare regole ordinarie, smaterializzando l’architettura costituzionale.
Staiano mette al centro di questa rinascita la funzione dei partiti, intesi non come semplici strumenti elettorali, ma come spazi di formazione politica e di “razionalizzazione” del conflitto.
Egli ricorda come il sistema parlamentare italiano si sia storicamente affidato ai partiti per tradurre tensioni sociali e interessi divergenti in convenzioni condivise . Pur non avendo nella Costituzione organi dedicati, i partiti svolgono una funzione essenziale: fungono da cerniera tra la società e lo Stato, organizzando assemblee e congressi in cui si imparano a modulare le posizioni estreme e a costruire compromessi . Solo riconoscendo e valorizzando questi “formanti soggettivi” si può impedire che l’insofferenza verso la complessità degeneri in autoritarismo decisionista.
Alla luce di queste riflessioni, la sfida diventa culturale oltre che giuridica: occorre rilanciare i partiti come scuole di cittadinanza attiva, non più percepiti come apparati freddi e autoreferenziali, ma come laboratori di democrazia.
Qui, la complessità non viene negata, bensì affrontata con strumenti di conoscenza condivisa, e le differenze si trasformano in passaggi costitutivi per forgiare un nuovo compromesso politico.
Riprendendo l’invito di Aldo Moro a coniugare libertà e giustizia sociale e il monito di San Paolo a non conformarsi alle disonestà del secolo, possiamo immaginare un “New Deal” europeo che rafforzi il welfare, limiti l’influenza delle élite tecnologiche e restituisca ai partiti la funzione di presidio costituzionale vivente.
In questo modo, il costituzionalismo tornerà a essere non un feticcio normativo, ma la grammatica della convivenza in un mondo che ha ancora bisogno della lente della deliberazione politica.
Molto apprezzati sono stai i rapidi interventi di Rino Genovese, noto giornalista RAI, dell’avv. Michela Rega e dell’On. Aldo Cennamo, a cui sono seguiti alcuni quesiti posti dagli studenti e degli altri “alunni” presenti in sala.
L’avv. Michela Rega ha, tra l’altro, ricordato che il Prof. Staiano, già Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza della Federico-II, fosse uno stimato e “temuto” assistente di Diritto Costituzionale quando ella muoveva i primi passi da studentessa nella medesima Università.
L’On. Aldo Cennamo, ha sottolineato come i partiti non siano semplici contenitori elettorali, ma comunità di militanza in cui si impara a confrontarsi, a mediare e a mantenere coerenza tra parole e azioni, e come, attraverso assemblee, congressi e strutture interne di partecipazione, il Partito ricostruisca la fiducia dopo fratture, eviti che le tensioni sociali degenerino in emotività populista e tuteli la centralità del dibattito legislativo come presidio costituzionale .
Le profonde e attualissime riflessioni su come il diritto costituzionale si confronti oggi con le sfide di un mondo sempre più complesso e sfuggente e dominato dal potere economico hanno costituito un prezioso momento di riflessione e confronto, arricchendo la comprensione sui complessi e sfuggenti meccanismi che condizionano la società, l’economia, la geopolitica e i diritti civili dei popoli.
