
Ieri pomeriggio, presso l’abitazione del dott. Filomeno Caruso, a Mugnano del Cardinale, e dietro suo graditissimo invito, ho avuto il grande regalo e l’immenso privilegio di conoscere personalmente e di stringere la mano a don Enzo Cozzolino, coltissimo ed eclettico parroco di San Sebastiano al Vesuvio, e di scambiarvi qualche rapida considerazione, legata al fatto che nei miei anni universitari ho frequentato molto i luoghi bellissimi (tra le pendici del Vesuvio e la costa, con il suo “miglio d’oro”) in cui padre Enzo Cozzolino svolge La sua importante e difficile missione, in un territorio funestato dalla presenza di 7 od 8 clan camorristici.
Al piacevole incontro erano presenti numerosi ospiti di grande levatura: oltre al padrone di casa e a suo fratello avv. Antonio Caruso (da sempre dedito allo studio del disagio giovanile), erano convenuti una mezza dozzina di giornalisti locali, il dott. Giacomo Benassai, i tre fratelli Frattasio, e vari professionisti, ma l’attenzione generale si è concentrata sin da subito su don Enzo Cozzolino il quale, dopo le presentazioni di rito e dopo aver chiesto ai presenti di non effettuare riprese con i telefonini, ha invitato tutti i presenti a prendersi per mano e a pregare, concludendo poi la breve preghiera con una benedizione e annunciando che conosceva bene la figura miracolosa di Santa Filomena.
Don Enzo Cozzolino è una figura carismatica e profondamente impegnata nella comunità di San Sebastiano al Vesuvio. Conosciuto per la sua dialettica diretta e coinvolgente, Don Enzo è un sacerdote che non teme di affrontare le sfide della società moderna con coraggio e determinazione, convinto che il modo migliore di servire Dio sia quello di essere concretamente vicini a chi soffre e a chi è in difficoltà,
Ultimamente, ha visto aumentare la sua popolarità in seguito alla diffusione sul web di un video diventato subito virale in cui, a Portici, in occasione della festività di San Ciro, con il suo originalissimo e coinvolgente stile comunicativo ha parlato dell’omicidio di Santo Romano, sottolineando l’urgenza di affrontare efficacemente il problema delle armi in possesso di minorenni.
In quella occasione, qualcuno di nascosto ha ripreso la predica (vedi video sopra) con il telefonino e poi l’ha diffusa in rete. E così l’omelia di don Cozzolino, quasi interamente in dialetto napoletano, nel giro di poche ore – come scrive don Maurizio Patriciello in un suo articolo su “il Centuplo” – “ è entrata in tante case, in tanti cuori. Leggera, profonda, vera, diverte e mette in crisi. Fa tanto bene. Mi attardo a leggere i commenti, quasi tutti positivi. La nostra madre lingua, portata in questi giorni dal giovane Geolier sul palco di Sanremo, è viva. Arricchisce non depaupera. Unisce non divide. Niente deve andare perduto delle nostre culture. Soprattutto quando si fanno veicoli di fratellanza, di giustizia, di pace, di amore. Ben venga il Vangelo predicato nei vari idiomi locali. Incarnazione vuol dire questo: farsi povero con i poveri, semplice con i semplici, piccolo con i piccoli, filosofo con i filosofi. Napoletano con i napoletani. E, senza imbarazzo, entrare in dialogo con tutti, donando e ricevendo. Tutto passa. La Parola di Dio rimane in eterno. Ai noi cristiani la scelta degli strumenti per farla arrivare a destinazione nel migliore dei modi. Grazie, don Enzo, per questa simpaticissima lezione”.
Nato e cresciuto a Napoli, Don Enzo ha dedicato la sua vita al servizio degli altri. La sua missione è iniziata con il recupero dei tossicodipendenti, un compito che ha svolto con dedizione per oltre dieci anni. Ogni sera, scendeva alla stazione per incontrare e aiutare i senzatetto, offrendo loro non solo cibo e riparo, ma anche ascolto e comprensione.
La sua esperienza missionaria è vasta e variegata. Ha lavorato in Bosnia, Africa, Brasile, Guatemala e Romania, dove ha organizzato numerosi campi di lavoro che hanno coinvolto sacerdoti, suore e giovani volontari. Queste esperienze hanno arricchito la sua visione del mondo e rafforzato il suo impegno verso i più bisognosi.
Don Enzo è anche noto per il suo ruolo di direttore della Caritas di Napoli, dove ha lavorato instancabilmente per migliorare le condizioni di vita dei poveri. Ha inaugurato il Centro di Ascolto Caritas presso la Basilica di S. Antonio ad Afragola, un luogo dedicato all’ascolto e al supporto dei più vulnerabili.
La sua personalità è un mix di semplicità e profondità. Don Enzo è un uomo colto e preparato, ma anche simpatico ed empatico. La sua capacità di comunicare con il popolo napoletano nella loro lingua e di affrontare i problemi reali delle persone lo rende un leader spirituale molto amato.