
In un clima di crescente contrapposizione ideologica, sono apparsi ieri in alcune scuole superiori del capoluogo irpino alcuni striscioni con la scritta “antifascismo=mafia”, esposti da giovani presunti esponenti di Blocco Studentesco, associazione giovanile che fa riferimento a Casapound.
I ragazzi che tenevano in mano tali striscioni si sono fatti fotografare, diffondendo poi le immagini sui social.
Le Forze dell’Ordine non hanno tardato a intervenire e la Digos della Questura di Avellino ha presumibilmente già avviato le indagini, nell’ambito delle consuete operazioni volte a monitorare movimenti e proteste, per accertare la natura e le motivazioni alla base di questa iniziativa.
L’episodio, che richiama alla mente casi analoghi del passato, suscita non poche preoccupazioni tra educatori e Istituzioni.
In passato, manifestazioni simili—sebbene spesso isolate—hanno sollevato timori per il rischio di una radicalizzazione nei giovani e per possibili degenerazioni in episodi di violenza all’interno degli ambienti scolastici.
Questi episodi sono inaccettabili nella scuola pubblica. Essi disonorano, mortificano e danneggiano un ambiente plurale e accogliente, che da sempre ha garantito l’espressione libera e civile delle opinioni, nel pieno rispetto delle norme e della Costituzione italiana.
Fatti analoghi a quelli di Avellino si sono verificati anche ad Ascoli, Bolzano, Brescia, Milano, Padova e Roma, e richiedono un intervento deciso e inequivocabile da parte delle Istituzioni scolastiche, che non devono cadere nell’errore di sottovalutare l’accaduto e derubricarlo a semplice atto goliardico.