
Domani, 25 aprile 2025, a partire dalle ore 10:30 Grottaminarda ospiterà un incontro di grande rilievo culturale e civile: nella Sala Consiliare “Sandro Pertini”, si terrà un convegno su “Gli internati in Irpinia durante la seconda guerra mondiale”.
Dopo i saluti del sindaco Marcantonio Spera e l’introduzione di Marilisa Grillo, i relatori delle associazioni Combattenti, Fidapa e ANPI offriranno testimonianze e riflessioni, fino alla lectio magistralis conclusiva affidata al prof. Franco Vittoria, docente di Storia delle Istituzioni Politiche all’Università Federico II e instancabile animatore di dibattiti civili.
Il suo impegno divulgativo prosegue il giorno successivo, 26 aprile, quando nella cornice di San Pietro a Cesarano, nel comune di Mugnano del Cardinale (AV) riprenderà la quarta lezione della Scuola di Educazione Politica da lui diretta, un percorso che già ha visto confrontarsi premier, magistrati e accademici sul futuro della democrazia e che si propone di offrire agli ascoltatori chiavi politiche, sociologiche, antropologiche e storiche per orientarsi nella complessità del presente (link https://irpiniattiva.news.)
L’interessante convegno cade durante i 5 giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco e non c’è una visione univoca sull’opportunità di celebrare il 25 aprile nel clima di raccoglimento nazionale. Alcuni hanno proposto manifestazioni in tono minore, altri invocano uno slittamento delle manifestazioni ad esso collegate per rispetto del lutto, mentre altri ribadiscono che la festa della Liberazione e la memoria del sacrificio antifascista costituiscono un fondamento imprescindibile della nostra Democrazia: rinviare oggi significherebbe tradire il valore stesso di quella conquista, interrompendo il filo che unisce le generazioni e indebolendo la testimonianza di chi visse la barbarie.
Proprio per non spezzare questo legame con il passato, è importante ricordare che anche in Irpinia furono attivati tre campi di internamento fascisti a partire dal 7 giugno 1940.
Ad Ariano Irpino, nelle dieci baracche antisismiche e nel villino Mazza attorno a una cinquantina di confinati – in gran parte stranieri dell’Est – venivano accuditi con un misero sussidio giornaliero, prima che i tedeschi ne bruciassero le strutture al loro ritiro; a Monteforte Irpino, nell’ex orfanotrofio Loffredo, per tre anni rimasero rinchiusi oltre cento oppositori politici sottoposti a censura e a una diaria di poco più di sei lire al giorno; a Solofra, in un elegante palazzo di via della Misericordia, furono internate ventisei donne, quasi tutte straniere e “colpevoli” di aver scelto compagni antifascisti, relegate in condizioni degradanti fino all’autunno 1943 (link https://irpiniattiva.news.)
Quel capitolo doloroso (come anche altri, come la tragedia delle Foibe) merita di restare presente e di essere metabolizzato nella coscienza collettiva, perché solo alimentando la conoscenza di queste vicende potremo impedire che l’odio e l’arbitrio si ripetano.