
Il Comando Generale ha disposto che la bandoliera, la tradizionale tracolla in cuoio bianco indossata diagonalmente utilizzata originariamente per trasportare munizioni e materiali – non venga più indossata con le uniformi di servizio durante le attività operative in auto, moto, a cavallo o a piedi, nonché in incarichi di vigilanza presso obiettivi sensibili, riservandola limitatamente a cerimonie e servizi di rappresentanza, mantenendo il suo valore simbolico e tradizionale.
Questa decisione trae spunto da una delibera già approvata nel settembre 2019, quando il SIM (Sindacato Italiano Militari) Carabinieri, in linea con le istanze presentate dall’Ufficio sicurezza dei luoghi di lavoro, aveva chiesto l’esenzione per il personale operativo dall’uso della bandoliera durante i servizi esterni.
“Questa nostra battaglia ha trovato accoglimento”, si legge in una nota rilasciata dal sindacato, che sottolineava come il dispositivo, in alcune situazioni, potesse costituire un ingombro e, addirittura, un potenziale rischio per l’incolumità dell’operatore.
Il contributo della bandoliera alle uniformi dei Carabinieri affonda le sue radici nella tradizione militare. In epoche passate, essa aveva una duplice funzione: oltre a distinguere l’appartenenza all’Arma, era concepita come un pratico strumento per il trasporto di munizioni ed altri equipaggiamenti essenziali per la lotta armata. Tale elemento venne adottato in un contesto storico in cui il trasporto delle “cariche” per le armi da fuoco (le “carabine“) era imprescindibile, conferendogli così una valenza sia pratica che simbolica.
Col passare del tempo, l’evoluzione dei metodi e delle tecnologie impiegate nelle operazioni di sicurezza ha relegato la bandoliera a mero ruolo ornamentale.
Oggi, pur conservandosi nelle cerimonie, nei servizi di onore e di rappresentanza, nonché in occasioni specifiche come le scorte di autorità o le vigilanze presso sedi istituzionali, essa non ha più una funzione operativa necessaria.
Tale scelta evidenzia come la decisione presa non comporti un mero abbandono della tradizione, ma piuttosto un’adeguata evoluzione dell’istituzione, capace di sapersi modernizzare mantenendo intatto il valore simbolico della sua storia.