Algoritmo traditore: quando ChatGPT legge i fondi di caffè e manda in frantumi un matrimonio

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Un singolare episodio di cronaca arriva dalla Grecia, dove una donna ha deciso di porre fine a un matrimonio durato oltre dodici anni dopo essersi rivolta a un’intelligenza artificiale per un’insolita “lettura del caffè”. Incuriosita da una tendenza virale sui social, ha sottoposto a ChatGPT le fotografie dei fondi rimasti nella sua tazza e in quella del marito, attendendosi forse qualche battuta divertente ma non certo una svolta drammatica nella propria vita familiare.

Secondo quanto riferito dalla diretta interessata, il chatbot avrebbe identificato tra i residui del caffè segnali di un presunto tradimento: figura una donna più giovane, il cui nome inizierebbe per “E”, pronta a insinuarsi nel loro rapporto. Convinta che l’IA svelasse una verità nascosta, la donna ha iniziato ad accusare pesantemente il coniuge, presentando pochi giorni dopo le pratiche per il divorzio.

Il marito, intervistato da emittenti locali, ha liquidato la vicenda come un’incredibile favola moderna: “Mi sono dovuto difendere da accuse emerse solo dalla fantasia di un chatbot – ha raccontato –; un tempo bastava un chiarimento, oggi un algoritmo può distruggere anni di fiducia”. Già in passato la moglie si era lasciata influenzare da sedicenti previsioni astrologiche, ma mai con conseguenze così estreme.

Esperti di intelligenza artificiale e di tradizioni divinatorie mettono in guardia sull’affidabilità di strumenti di questo tipo: i modelli linguistici possono produrre risposte convincenti anche quando non dispongono di basi reali, generando “allucinazioni” o interpretazioni fuorvianti. Nessuna ricerca supporta l’uso di chatbot per interpretazioni rituali, un’arte antica che richiede tutt’altro equipaggiamento culturale e metodologico.

La vicenda solleva interrogativi sull’equilibrio tra curiosità digitale e realtà e invita a una riflessione più ampia: affidare decisioni personali a sistemi che non distinguono tra fatti e finzione può avere conseguenze irreversibili. Forse, perfino nella moderna società dell’informazione, certi riti – e i rapporti umani – non dovrebbero essere trasferiti agli algoritmi.