165 carcasse di ovini e caprini, sottoposte a sequestro amministrativo a causa di irregolarità nella documentazione di rintracciabilità, sono state donate al Banco Alimentare di Fisciano (SA).
Dopo un ciclo di controlli di secondo livello – ispezioni “ictu oculi” e analisi di laboratorio – il C.Ri.P.A.T. (Centro di Riferimento Regionale per la Ristorazione Collettiva e i Prodotti Agroalimentari Tradizionali) della ASL Napoli 1 Centro, in collaborazione con il Nucleo Carabinieri Forestale di Marcianise (CE) e i veterinari dell’ASL di Caserta, ha confermato che tutte le carni (sequestrate per motivi amministrativi) erano perfettamente idonee al consumo umano.
Per evitare inutili sprechi e trasformare un vincolo burocratico in una risorsa concreta, le carcasse sono state consegnate al Banco Alimentare di Fisciano (SA), che le ha subito distribuite a enti del Terzo Settore e a famiglie in difficoltà della Campania.
Il ricorso alla donazione rientra in un percorso normativo che, a livello nazionale, parte dalla Legge 155/2003 (“Legge del Buon Samaritano”), prosegue con la Legge 166/2016 (“Legge Gadda”) e trova applicazione concreta nella Delibera di Giunta Regionale Campania n. 132 del 31 marzo 2021.
Questi provvedimenti autorizzano le autorità sanitarie a destinare a finalità benefiche, anziché alla distruzione, i prodotti confiscati (per altre cause) che risultino conformi ai requisiti igienico‑sanitari: un meccanismo pensato per limitare gli sprechi, snellire le procedure e sostenere le fasce più vulnerabili della popolazione.
Non si tratta di un’operazione isolata: l’Organizzazione delle Nazioni Unite stima che circa il 17 % del cibo disponibile a livello globale venga scartato tra produzione, distribuzione e consumo, con un impatto sulle emissioni di gas serra compreso tra l’8 e il 10 % del totale mondiale. In Italia, la rete del Banco Alimentare ha recuperato e redistribuito 119.138 tonnellate di cibo nel 2023, raggiungendo quasi 1,8 milioni di persone, mentre soltanto la sede di Fisciano ha già distribuito circa 17 tonnellate di alimenti nel 2024. Questi numeri mostrano come un approccio coordinato tra istituzioni, forze dell’ordine e associazioni benefiche possa davvero fare la differenza.
«Questa operazione dimostra l’efficacia della collaborazione interistituzionale e l’importanza di applicare la Delibera 31/03/2021 n. 132 per trasformare potenziali sprechi in risorse preziose per la comunità», ha commentato Giovanni Varcasia, direttore del C.Ri.P.A.T. «Siamo orgogliosi di contribuire a un sistema che non solo tutela la sicurezza alimentare, ma promuove anche la solidarietà sociale».
Il Dottor Paolo Sarnelli, responsabile della Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria della Regione Campania, ha aggiunto che «applicare queste procedure significa coniugare l’esigenza di tutela della salute pubblica con un concreto gesto di solidarietà verso i più bisognosi».
Al di là degli obblighi di legge, questa iniziativa ha un valore etico imprescindibile: recuperare risorse alimentari destinate a diventare rifiuto e trasformarle in un aiuto concreto per chi vive in precarie condizioni economiche è un atto di responsabilità collettiva. Riduce l’impatto ambientale, ottimizza l’impiego delle risorse e rafforza il tessuto solidale della comunità, dimostrando che ogni eccedenza può diventare un’opportunità di rinascita.