Dopo un travagliato iter durato oltre quattro anni, i reparti del Landolfi di Solofra sono stati riattivati e l’ospedale si candida a polo di eccellenza. La ristrutturazione e l’innovazione dell’ospedale, che ha comportato una spesa di oltre 26 milioni di euro, di cui circa 21 milioni finanziati dalla regione, risaltano immediatamente all’occhio sia all’interno che all’esterno dell’edificio.
Enzo Alaia, presidente della Commissione Sanità della Regione Campania, ha dichiarato che “grazie a un grande lavoro di rinnovamento e riqualificazione, la struttura dispone ora di 94 posti letto, 2 sale operatorie e numerosi servizi ambulatoriali. È una struttura moderna e all’avanguardia, dotata di macchinari e tecnologie avanzate” precisando che: “Il presidio di Solofra sarebbe stato chiuso definitivamente se non ci fosse stato l’adeguamento della struttura” –
I reparti attivati includono Recupero e riabilitazione funzionale, Fisiopatologia della riproduzione, Day Surgery, Terapia intensiva, Medicina generale a indirizzo patologico, Dermatologia e Dermochirurgia, Medicina del lavoro, Laboratorio analisi, Radiologia, Dialisi, Blocco operatorio, Punto di primo intervento e Piastra ambulatoriale. Tuttavia, il Landolfi non sarà pienamente operativo per alcuni mesi, come precisato da Renato Pizzuti, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Moscati, che comprende anche il Landolfi di Solofra, il Frangipane di Ariano Irpino, il Maffucci, il Capone e il San Giacomo.
L’ultimo servizio a partire sarà il Punto di primo intervento, che sostituirà il pronto soccorso soppresso tra le polemiche della popolazione. Secondo il Presidenze Regionale Enzo De Luca, questo servizio partirà da settembre, mentre Pizzuti sostiene che sarà attivato solo quando l’ospedale sarà a pieno regime.
In futuro, è prevista anche la costruzione di un’elisuperficie presso la città ospedaliera di Avellino, per evitare che gli elicotteri atterrino al Campo Coni. Anche il pronto soccorso di contrada Amoretta subirà importanti cambiamenti, con l’ampliamento degli spazi attualmente insufficienti.