
IL MIRACOLO
La notizia di oggi, 4 maggio 2024, è che il primo miracolo annuale di San Gennaro, noto come il miracolo di maggio, si è verificato con un leggero ritardo quest’anno. Il sangue del Santo Patrono di Napoli si è liquefatto alle 18:38.
Come da tradizione, l’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, ha iniziato la processione alle 17:00, portando le reliquie e le ampolle di San Gennaro dal Duomo di Napoli al Monastero di Santa Chiara.
Dopo l’arrivo della processione alla basilica nel centro di Napoli, l’arcivescovo Battaglia ha celebrato la Santa Messa. Al termine della messa, ha preso l’ampolla con il sangue di San Gennaro e ha confermato che il miracolo era avvenuto: il sangue si è liquefatto alle 18:38, dopo un primo tentativo in cui il sangue era rimasto coagulato, creando tensione tra i napoletani.
L’avvenimento è ritenuto di buon auspicio per tutta la città di Napoli, ultimamente un po’ preoccupata a causa delle scosse telluriche che negli ultimi tempi hanno interessato sia i Campi Flegrei che il Vesuvio.
Il miracolo di maggio si svolge il sabato precedente la prima domenica di maggio e commemora la prima traslazione delle reliquie del vescovo martire e patrono di Napoli, da Pozzuoli al Duomo di Napoli. San Gennaro fu decapitato a Pozzuoli e solo in seguito le sue reliquie furono trasferite a Napoli. Questo è il primo dei tre miracoli annuali attribuiti a San Gennaro.
SAN GENNARO E I PRINCIPI DI SIRIGNANO
Ultimo principe di Sirignano è stato don Francesco Caravita, detto pupetto, (1908-1998), noto per i clamori della sua vita mondana, per le sue apparizioni televisive e per il suo fortunato libro “Memorie di un uomo inutile”, edito da Mondadori, nel 1981. In questo piacevolissimo libro (ormai introvabile e di cui, forse, sarebbe opportuna una ristampa) il Principe, narrando in prima persona, racconta tra l’al tro che: «…la famiglia De Gennaro dalla quale il mio antenato prese il titolo (di Principe di Sirignano) discendeva dalla “Januaria gens”, lo stesso ceppo al quale apparteneva San Gennaro, Patrono di Napoli. E nella mia famiglia accade un fatto decisamente inspiegabile: nella prima decade di maggio e il 19 settembre di ogni anno, nel preciso istante in cui nelle teche custodite nel Duomo di Napoli e sulla pietra a Pozzuoli, dove il Santo fu decapitato, il sangue di San Gennaro miracolosamente si liquefa, sulla nuca del primogenito maschio dei Caravita, all’attaccatura dei capelli, appare una striscia sanguigna che ricorda vagamente la cicatrice di una sciabolata e scompare quando il sangue nelle teche e sulla pietra torna a coagularsi» .
[dal libro “L’esagono”, della nostra direttrice dott.ssa Benedetta Napolitano. 2002]
LE SPOGLIE DI SAN GENNARO SOSTANO AL “PROCACCUA” DI MUGNANO DEL CARDINALE
Lo Storico Antonio Iamalio ci dice che, prima che fosse costruita la Via Regia delle Puglie, « … qui (davanti al “Procaccio”) terminava la strada rotabile in piano, e cominciava la mulattiera, che, ripida e 110 Napolitano – De Rosa sassosa, ma confortata da svariati spettacoli naturali e bellissimi paesaggi, si inerpicava su per le balze e per le forre del celebre Partenio. Qui si lasciava la vettura per la cavalcatura, e viceversa…». Lo stesso Autore ci narra che «…nel verno del 1497 qui trasse una nobile schiera di Cavalieri napoletani, per venire incontro e scortare il cardinale Alessandro Carafa, arcivescovo di Napoli, il quale reduce dal Santuario (di Montevergine), recava seco le preziose reliquie di San Gennaro, guadagnate a quei monaci riluttanti. Era il 13 gennaio, e nel rigido e sereno meriggio invernale fu visto dai monti di Mugnano, bianchi di neve, discendere (per la mulattiera) in lungo ordine serpeggiante il sontuoso corteo…». La notte del 13 gennaio del 1497, le sacre spoglie di San Gennaro, sostarono nel menzionato palazzo d’Aragona del rione Cardinale.
[dal libro “La Città del Baianese” del prof. Rino De Rosa e Benedetta Napolitano. 2000]