La Festa della Repubblica, celebrata ogni 2 giugno, rappresenta uno dei momenti più profondi e identitari della storia contemporanea italiana. In quella data del 1946, gli italiani furono chiamati alle urne per decidere, attraverso un referendum, se mantenere la monarchia o fondare una nuova forma di Stato: la Repubblica. La scelta repubblicana si impose con oltre dodici milioni di voti favorevoli, chiudendo un lungo capitolo monarchico e segnando un nuovo inizio per un Paese appena uscito dalle macerie della guerra e da un ventennio di dittatura fascista.
Il contesto di quell’evento storico era complesso e carico di tensioni. L’Italia, divisa e provata dalla guerra civile e dall’occupazione, cercava un nuovo volto politico. L’istituto monarchico, screditato dal coinvolgimento diretto con il fascismo e con le responsabilità nella catastrofe bellica, appariva ormai superato a una larga parte della popolazione. Il popolo, chiamato per la prima volta a votare con suffragio universale – e quindi con il contributo fondamentale delle donne – scelse il cambiamento. Quel giorno segnò non solo un passaggio istituzionale, ma la nascita di una nuova coscienza democratica.
Nello stesso 2 giugno si votò anche per eleggere l’Assemblea Costituente, che avrebbe avuto il compito di scrivere la nuova Costituzione. Questo elemento rafforza ulteriormente il valore fondativo della data, che sancisce l’inizio di un ordine politico e giuridico fondato su principi di libertà, eguaglianza, diritti civili e partecipazione popolare. La Costituzione, entrata in vigore due anni dopo, ne fu il frutto più alto, l’espressione scritta dei valori scaturiti da quella svolta storica.
Nel corso dei decenni, la ricorrenza del 2 giugno ha assunto una valenza simbolica sempre più ampia. A Roma, le celebrazioni ufficiali

prevedono la deposizione di una corona d’alloro al sacello del Milite Ignoto, presso l’Altare della Patria, da parte del Presidente della Repubblica. Si tratta di un gesto che onora tutti coloro che hanno perso la vita per la nazione, senza distinzione di nome, ruolo o origine. A questo momento solenne segue la tradizionale parata militare lungo via dei Fori Imperiali, con la partecipazione delle forze armate, delle autorità dello Stato e, spesso, di rappresentanze internazionali. Immancabile il passaggio delle Frecce Tricolori, che con le loro acrobazie e i fumi verde-bianco-rossi esprimono in forma visiva lo spirito della festa.
Per molti anni, soprattutto in seguito alla crisi economica degli anni Settanta, la ricorrenza perse il carattere di festività lavorativa. Solo a partire dal 2000 fu ripristinata come giornata pienamente celebrativa, con manifestazioni civiche e iniziative pubbliche in ogni parte del Paese. Oggi, in molte città italiane, si tengono concerti, mostre, letture pubbliche della Costituzione, incontri nelle scuole, iniziative dedicate alla memoria e all’impegno civico.
Il significato della Festa della Repubblica va però ben oltre la commemorazione di un evento passato. In un mondo in cui la democrazia è continuamente chiamata a rinnovarsi e a difendersi da vecchie e nuove minacce – autoritarismi, diseguaglianze, crisi ambientali e sociali – il ricordo del 2 giugno assume un valore attuale e necessario. Celebrare questa giornata significa ribadire l’importanza del patto civile che tiene insieme una comunità nazionale, della responsabilità condivisa verso le istituzioni e della consapevolezza storica come fondamento della libertà.
Ogni volta che, il 2 giugno, il tricolore sventola sulle piazze o nei cieli, non si celebra solo la fine della monarchia. Si rinnova un impegno collettivo: quello di costruire un’Italia fedele ai valori nati da quella scelta. Una Repubblica che appartenga davvero a tutti.