
Una nuova forte scossa di terremoto ha colpito la fragile area dei Campi Flegrei, alle porte di Napoli, proprio nel cuore di un territorio che da millenni convive con il respiro irrequieto della Terra. Il sisma, registrato alle ore 12:47 di lunedì 30 giugno 2025, ha avuto una magnitudo di 4.6 e una profondità ipocentrale di soli 5 chilometri, con epicentro localizzato tra Pozzuoli e Bacoli. È stata una scossa intensa e breve, chiaramente avvertita in gran parte dell’area metropolitana di Napoli, con segnalazioni da Fuorigrotta, Vomero, Bagnoli, Quarto, Monte di Procida e Marano. Molti edifici pubblici e scuole sono stati evacuati per precauzione, mentre numerosi cittadini si sono riversati in strada, spaventati e sorpresi da un fenomeno che si ripete con frequenza crescente.
Le prime verifiche della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco non hanno rilevato danni strutturali né feriti, ma l’evento ha riacceso il senso di precarietà che da mesi aleggia sull’area flegrea. Il racconto di una residente di Pozzuoli – “È stato come un boato seguito da un movimento secco, tremava tutto. Viviamo con la valigia pronta da settimane.” – dà voce a un’intera popolazione stanca, ma ancora vigile. Secondo gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il sisma rientra nel quadro del bradisismo, quel sollevamento lento e costante del suolo causato da dinamiche vulcaniche profonde, legate all’accumulo di gas magmatici sotto la caldera. Negli ultimi mesi, il suolo a Pozzuoli si è sollevato di oltre 25 centimetri all’anno, una velocità che richiama alla memoria gli anni Ottanta, quando il Rione Terra fu evacuato. Il comportamento della caldera risulta coerente con una fase di instabilità, ma non vi sono segnali chiari che preannuncino un’eruzione imminente. Tuttavia, la scienza resta vigile.
Nel corso del 2024 e del 2025 si è assistito a una sequenza sismica sempre più intensa. Il 13 marzo 2024 una prima scossa di magnitudo 4.6 aveva già provocato l’evacuazione di decine di residenti. A febbraio 2025 si è verificato uno sciame con oltre cento eventi registrati e un sollevamento del suolo che ha raggiunto i tre centimetri al mese. Il 21 giugno un’altra scossa di magnitudo 3.2 aveva scosso la quiete del mattino, anticipando i 58 eventi della settimana successiva, con il suolo che ha accumulato 29 centimetri di sollevamento in 18 mesi. Il 30 giugno si è raggiunto un nuovo picco di attenzione, con una magnitudo paragonabile a quella dell’anno precedente, ma in un contesto più teso e delicato.
Il sindaco di Napoli ha richiesto un vertice straordinario con la Protezione Civile nazionale. Intanto, il Commissario straordinario per il bradisismo ha rafforzato il monitoraggio continuo della caldera, attivando piani di emergenza, aree di raccolta e un sistema di allerta tramite app. Le scuole di Pozzuoli e dei comuni limitrofi resteranno chiuse per precauzione. In assenza di certezze assolute, resta una sola verità: il suolo si muove, e con esso si muove anche la vita. La scossa di oggi rappresenta solo un nuovo capitolo di una storia millenaria di equilibrio instabile tra l’umanità e la forza della natura.
