Un recente rapporto sulla competitività dell’ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, mette in evidenza l’urgenza di affrontare le sfide economiche che l’Europa sta vivendo. In un’analisi approfondita, Draghi ha esortato i Paesi membri e le istituzioni comunitarie a rafforzare la cooperazione e a utilizzare strumenti finanziari comuni per evitare quella che ha definito una “lenta agonia” dell’economia europea.
Secondo il rapporto, la competitività europea ha visto un divario crescente rispetto a Stati Uniti e Cina negli ultimi anni. Il Prodotto Interno Lordo dell’Unione è sceso dal 30% del 2000 al 25% nel 2024, mentre la Cina ha guadagnato terreno. Anche nel settore delle tecnologie avanzate, solo quattro delle prime cinquanta società globali sono europee. Ciò dimostra la necessità di un intervento immediato per stimolare l’innovazione e la competitività.
Coerenza delle Politiche e Priorità
Tra i temi chiave affrontati, Draghi ha richiamato l’attenzione sulla necessità di allineare le politiche europee in settori strategici come l’innovazione, l’energia e la sicurezza. L’energia, in particolare, è considerata cruciale per l’autonomia e la sostenibilità dell’Europa, che deve ridurre la dipendenza dalle importazioni, soprattutto in un contesto geopolitico sempre più complesso. Draghi ha inoltre sottolineato come le tensioni internazionali, a partire dalla crisi in Ucraina, abbiano reso evidente l’urgenza di una politica energetica unificata.
Il Ruolo del Debito Comune
Un altro tema centrale del rapporto è l’uso del debito comune per finanziare investimenti in beni pubblici europei, una strategia che è stata sperimentata con successo attraverso il piano Next Generation EU. Draghi ha suggerito che un approccio simile possa essere esteso ad altri settori, in particolare l’innovazione tecnologica e la transizione energetica, riducendo al contempo la burocrazia e semplificando le procedure decisionali all’interno dell’Unione.
Il rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri, insieme a una gestione più flessibile delle risorse finanziarie, è considerato cruciale per sostenere la competitività a lungo termine dell’Europa. L’idea di un’ulteriore integrazione dei mercati e del debito comune, ispirata al Piano Marshall del dopoguerra, è vista come una risposta necessaria alle nuove sfide economiche e geopolitiche.
Un Nodo da Sciogliere: Le Decisioni all’Unanimità
Tuttavia, il rapporto evidenzia come il sistema decisionale europeo, in cui molte scelte devono essere approvate all’unanimità, rappresenti un ostacolo significativo per l’attuazione di politiche rapide ed efficaci. La concentrazione del potere di veto in alcuni Stati membri rallenta le riforme necessarie e impedisce una risposta coordinata alle sfide globali.
È vero che la relazione di Mario Draghi è molto importante, ma essa è innanzitutto un documento tecnico. Pur fornendo una visione chiara delle questioni cruciali e delle soluzioni possibili, sottintende un dato di fatto fondamentale: il problema politico dell’Europa. L’Europa politica, quella che dovrebbe decidere e agire, è ancora troppo imbrigliata da due grandi ostacoli: l’unanimità delle decisioni e la burocrazia.
Questi due bubboni devono essere risolti, ma il primo problema è quello del primato della politica. Una politica forte, che operi con meno egoismi nazionali e con una maggiore intenzione di tutelare il bene comune europeo, rappresenta l’unica via per affrontare efficacemente le sfide del mondo attuale. Le nazioni possono portare avanti le proprie bandiere, ma devono riconoscere che l’Europa è il valore che consente di difenderci dai cambiamenti globali degli ultimi 30 anni.
Oggi, potenze che erano considerate secondarie o in via di sviluppo, come Cina e India, rappresentano una realtà crescente. Queste nazioni non solo sono presenti sulla scena mondiale, ma si prevede che saranno ancora più influenti negli anni a venire. La vera sfida per l’Europa non riguarda solo il presente, ma soprattutto il futuro delle nuove generazioni, che dovranno affrontare un mondo sempre più dominato da queste potenze emergenti.