Ieri 18 agosto 2024 è entrata ufficialmente in vigore il Regolamento UE sul Ripristino della Natura, un passo decisivo nell’ambito del Green Deal europeo, che impone obiettivi chiari per il ripristino degli ecosistemi degradati dell’Unione Europea. Il Regolamento non è solo una risposta alla crisi ambientale globale, ma una chiamata all’azione per i decisori di ogni Stato membro, Italia inclusa.
Le priorità includono il recupero delle torbiere, delle zone umide, delle foreste e dei corsi d’acqua, elementi essenziali non solo per la biodiversità, ma per la resilienza climatica e in particolare per far fronte a siccità e alluvioni.
Entro il 2030, l’Unione Europea si prefigge di ripristinare la connettività, rimuovendo ostacoli che creano più danni che benefici, in almeno 25.000 km di fiumi, contrastare il declino delle popolazioni di insetti impollinatori e promuovere la loro diversità.
Inoltre, è previsto un miglioramento della biodiversità all’interno degli ecosistemi agricoli e forestali, contribuendo all’ambizioso obiettivo di piantare almeno tre miliardi di nuovi alberi a livello europeo entro lo stesso anno.
Tutti i Paesi Membri dovranno sviluppare e presentare alla Commissione Europea i loro piani nazionali di ripristino della natura entro i prossimi due anni. Questi piani inizialmente verranno inviati come bozze e, dopo l’eventuale ricezione di osservazioni da parte dell’esecutivo dell’UE, dovranno essere finalizzati e pubblicati entro sei mesi.