
Dall’autunno 2025 quattro regioni del Nord Italia – Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna – introdurranno un severo divieto di circolazione per le auto diesel omologate Euro 5. La misura, inserita nei piani regionali per la qualità dell’aria, scatta il 1° ottobre e coinvolgerà inizialmente i veicoli con categoria M1, estendendosi successivamente, in due tappe, ai mezzi commerciali e pesanti entro il 2027.
La decisione nasce in risposta alle condanne inflitte all’Italia dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che già nel 2020 aveva censurato il nostro Paese per il superamento sistematico dei limiti di PM10. Le rilevazioni dell’UE del 2022 hanno confermato come in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna si registrino ancora sforamenti cronici dei valori di particolato, rendendo necessaria una stretta sui diesel più inquinanti.
Nella maggior parte dei capoluoghi coinvolti il blocco sarà operativo dal lunedì al venerdì, dalle 7:30 alle 19:30, fino al 31 marzo di ogni anno. In Veneto, territorio particolarmente colpito da concentrazioni di smog superiori alla media nazionale, il divieto rimarrà attivo 24 ore su 24 fino al 30 aprile e riprenderà nuovamente in autunno, con fasce di allerta quotidianamente aggiornate dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale.
A sollevare perplessità è il possibile impatto sul mercato dell’usato: secondo Federcarrozzieri, il provvedimento rischia di provocare un forte rialzo dei prezzi e di spingere verso l’alto anche i listini delle nuove immatricolazioni. Il presidente Davide Galli mette in guardia sul danno economico per gli automobilisti, costretti a scegliere tra il rinnovo del parco auto e la perdita di autonomia negli spostamenti, e chiede incentivi pubblici a sostegno di chi deciderà di passare a vetture a basse emissioni.
Dal governo arriva però la conferma che la tempistica adottata tiene conto delle difficoltà globali nell’approvvigionamento delle materie prime per le batterie elettriche, con l’obiettivo di non rallentare gli obiettivi del pacchetto “Fit for 55” europeo. In questo contesto, il ministro Matteo Salvini ha annunciato l’intenzione di presentare un emendamento al decreto Infrastrutture, ritenendo che ogni fase di transizione debba essere accompagnata da misure di supporto e non imposta in maniera unilaterale.
Mentre le amministrazioni regionali si preparano a varare i dettagli operativi, rimane aperto il dibattito sulle ricadute sociali ed economiche di questa svolta verde. La sfida sarà coniugare la tutela della salute pubblica, attraverso la riduzione delle emissioni, con la necessità di garantire la mobilità quotidiana a oltre un milione di automobilisti. Solo in questo equilibrio si misurerà il successo delle nuove restrizioni.