
Un imprenditore del settore tessile della provincia di Pistoia è stato arrestato per una massiccia evasione fiscale, utilizzando fatture false e aziende “apri e chiudi”. L’operazione è stata condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria e dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Pistoia, che hanno eseguito una misura di custodia cautelare in carcere e sequestrato patrimoni illeciti e complessi aziendali per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. Il provvedimento è stato disposto dal Gip del tribunale di Pistoia su richiesta della procura, che ha anche delegato 24 perquisizioni nei confronti dell’arrestato e di altri 11 soggetti coinvolti.
Le indagini hanno rivelato un sistema di frode complesso, con attività illecite interconnesse nelle province di Pistoia, Prato e Firenze, e ramificazioni in Lombardia, Veneto, Campania, Basilicata e Sardegna. Le accuse includono l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’omessa dichiarazione, la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, il trasferimento fraudolento di valori e il riciclaggio.
L’inchiesta è partita dall’individuazione di flussi finanziari sospetti, per milioni di euro, provenienti da Pistoia e diretti verso la Cina, senza giustificazioni commerciali reali. Le attività investigative, basate su tecniche avanzate e riscontri sul territorio, hanno dimostrato che queste transazioni erano parte di un elaborato schema di frode orchestrato da un imprenditore cinese di 54 anni, noto come Marco. Da oltre vent’anni, Marco gestiva attività economiche nel settore tessile, spesso utilizzando prestanome compiacenti per emettere fatture false e accumulare debiti tributari.
Dal 2016, Marco era diventato un “fantasma”, senza residenza formale né beni intestati a suo nome, grazie a una rete di connazionali che si intestavano le sue aziende, autovetture e utenze. Le indagini hanno rivelato che dal 2021 aveva stabilito il suo centro di interessi nel pistoiese, vivendo in una lussuosa villa a Quarrata e gestendo numerose imprese che emettevano fatture false per un totale di circa 49 milioni di euro, con un’evasione IVA di circa 11 milioni di euro.
I proventi illeciti venivano in gran parte trasferiti in Cina tramite canali bancari e in parte reinvestiti in altre attività economiche e proprietà, configurando reati di riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Le forze dell’ordine hanno eseguito i provvedimenti giudiziari, arrestando Marco nella sua abitazione non dichiarata a Quarrata e effettuando perquisizioni in varie province, tra cui Napoli, evidenziando l’interesse della notizia anche per la Campania.
Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati 12.500 euro in contanti, scoperti grazie al fiuto del cash dog Elio, un labrador di 8 anni, e 7 orologi di pregio del valore di circa 400.000 euro. Sono state sequestrate anche otto aziende, tra cui una società immobiliare e diverse srl attive nel settore tessile e turistico, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.
Questa operazione si inserisce nelle strategie della Guardia di Finanza per tutelare gli interessi dell’erario e dell’imprenditoria sana, contrastando le frodi fiscali e il riciclaggio che minacciano l’economia legale e la libera concorrenza.
Per le condotte illecite al vaglio della competente Autorità Giudiziaria, sulla base del principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.