SCUOLA – Smartphone fuori dall’aula: una “raccomandazione” Ue per restituire sonno, concentrazione e benessere ai ragazzi

Cliccare sui pulsanti sotto per condividere. GRAZIE !

Un ampio dibattito si è acceso nelle stanze del Consiglio europeo a Bruxelles, dove il ministro italiano dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha sollecitato una forte raccomandazione Ue per vietare l’uso degli smartphone durante le lezioni nelle scuole primarie e medie. L’obiettivo dichiarato è garantire ai giovani una pausa digitale utile a tutelare concentrazione, memoria e capacità di ragionamento, elementi messi a rischio da un accesso incontrollato ai dispositivi mobili fin dall’infanzia.

Da più parti in Europa si registrano esperienze simili: in Francia il divieto di portare telefoni in classe è attivo dal 2018 ed è ora oggetto di un’estensione sperimentale in quasi 200 istituti, dove gli alunni lasciano i dispositivi in appositi armadietti o custodie sigillate fino al termine delle lezioni.
Nel Belgio vallone, a partire da luglio 2024, i cellulari sono banditi dalle elementari e fortemente scoraggiati alle medie, mentre in Finlandia, già dal 2023, le leggi nazionali autorizzano presidi e insegnanti a intervenire per impedire distrazioni in aula.

Anche l’Italia si è attivata: dal settembre dello scorso anno il Miur ha introdotto regole che vietano l’uso dei cellulari in classe dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado, con deroghe solo per gli ausili tecnologici previsti dai piani didattici personalizzati. Valditara ha inoltre annunciato che si sta valutando l’estensione del divieto agli istituti superiori, auspicando un coordinamento europeo capace di arginare fenomeni quali cyberbullismo e dipendenza da social network.

Il quadro scientifico non lascia dubbi: numerosi studi dimostrano che l’esposizione prolungata agli schermi, e in particolare alla luce blu emessa dagli smartphone, sopprime la produzione di melatonina, ritarda l’addormentamento e compromette la qualità del riposo. Non raramente utenti riferiscono di rimanere connessi fino alle tre o alle quattro del mattino, finendo per dormire appena tre o quattro ore.

Per limitare questi effetti, pediatri e neurologi raccomandano di spegnere i dispositivi almeno un’ora prima di coricarsi e di riservare l’uso del telefono agli spazi scolastici stabiliti, evitando che diventi un compagno di sonno. Una simile «dieta digitale», se applicata anche tra le mura domestiche, contribuirebbe a ristabilire ritmi sonno-veglia più sani e a ridurre l’incidenza di disturbi legati all’insonnia digitale.

La proposta italiana ha raccolto ampio consenso tra i colleghi europei, senza respingimenti formali: la sfida ora è tradurre le raccomandazioni in pratiche condivise, in grado di preservare il benessere degli studenti e di riportare le aule al centro dell’esperienza educativa.