Energia, tensioni geopolitiche e aumenti: le PMI italiane sotto pressione

di Salvatore Guerriero – Presidente Nazionale e Internazionale della CONFEDERAZIONE PMI INTERNATIONAL

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Le recenti tensioni tra Israele e Iran, unite al rischio di blocco dello Stretto di Hormuz, crocevia fondamentale del commercio petrolifero mondiale, stanno provocando una nuova impennata nei prezzi dell’energia, con gravi ripercussioni sulla stabilità economica e sulla tenuta delle piccole e medie imprese italiane.

L’aumento del prezzo della benzina fino a 1,7 euro al litro e il contestuale rincaro del gas – con effetti immediati sul costo dell’elettricità – sono segnali preoccupanti che non possiamo ignorare. L’Italia dipende in modo massiccio dalle importazioni energetiche: il 90% del gas e il 95% del petrolio consumato arrivano dall’estero. In un contesto così fragile, ogni scossa geopolitica si traduce in aumenti per famiglie e imprese, senza alcuna rete di protezione reale.

A essere colpite più duramente sono ancora una volta le PMI, che rappresentano l’ossatura del nostro sistema produttivo. Le imprese che lavorano con margini ristretti – spesso tra il 3% e il 7% – non possono reggere a lungo una crescita incontrollata dei costi energetici. La situazione diventa ancora più critica in un quadro di inflazione persistente, credito incerto e difficoltà nell’accesso ai finanziamenti.

Condividiamo gli appelli e i vari interventi sui prezzi per monitorare speculazioni e irregolarità. Ma riteniamo che sia necessario molto di più. Serve una strategia nazionale chiara e coraggiosa, che non affronti l’emergenza rincari solo con misure tampone, ma con azioni strutturali:

Un piano di diversificazione delle fonti energetiche per ridurre la dipendenza da Paesi instabili;
Incentivi forti e duraturi per la transizione energetica delle PMI;
Meccanismi automatici di sostegno in caso di crisi internazionali che impattino i costi produttivi.

Le piccole e medie imprese non possono continuare a subire in silenzio l’oscillazione dei mercati globali, senza tutele né voce nei tavoli decisionali. C’è un limite, e oggi quel limite si sta pericolosamente avvicinando.

PMI INTERNATIONAL – CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO continuerà a farsi portavoce delle preoccupazioni delle imprese sui mercati e nelle istituzioni, in Italia e all’estero. È tempo che la politica ascolti e intervenga, prima che la pressione economica si trasformi in chiusure, perdita di posti di lavoro e desertificazione produttiva.

L’emergenza energetica non è solo una questione di approvvigionamento. È, ormai, una questione di sopravvivenza per migliaia di aziende italiane.