Ippoterapia: i positivi effetti psicofisici dell’interazione con i cavalli.

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L’ippoterapia è una terapia per certi versi “ecologica” che mette in relazione empatica l’uomo e un cavallo, addestrato a tale scopo, al fine di migliorare lo stato di benessere di una persona e – affiancandosi alle terapie tradizionali e ai trattamenti sanitari già in corso – di aiutarla a superare un disturbo mentale o di salute.

È una pratica che rientra a tutti gli effetti nella cosiddetta pet therapy (letteralmente, “terapia con animali domestici”). In senso lato, essa comprende sia gli animali da compagnia che è possibile tenere in casa (come cani, gatti, pesci rossi, criceti, ecc..) sia animali di taglia maggiore e più impegnativi, come i delfini e i cavalli.

In particolare, l’ippoterapia utilizza l’andatura e il movimento naturali di un cavallo per fornire input motori e sensoriali. In tal modo riesce a stimolare i processi sensoriali e a migliorare le funzioni neurologiche delle persone – adulti o bambini – con disturbi fisici e mentali, compresi i bambini autistici. Oltre a stimolare e allenare l’apparato muscolo-scheletrico, essa incide positivamente sui sistemi sensoriali, limbici, vestibolari e oculari.

Particolarmente utile è l’interazione del cavallo con i bambini affetti da disturbi dello spettro autistico perché, attraverso il contatto, anche affettivo, con l’animale il bambino si apre al mondo esterno e ne ricava benefici effetti psicofisici, cognitivi, sociali ed educativi.

Le attività ludiche-terapeutiche svolte insieme al cavallo consentono, in molti casi, ai familiari (e al terapista) di trovare uno spiraglio comunicativo con il soggetto autistico, stimolandolo a una partecipazione consapevole e consolidando i rapporti affettivi.