MESSINA (4-3-3): Fumagalli; Lia, Ferrara, Manetta, Ortisi; Firenze (23′ st Zunno), Frisenna, Scafetta (37′ st Polito); Emmausso (24′ st Cavallo), Plescia, Ragusa (7′ st Buffa). A disp.: De Matteis, Pacciardi, Darini, Tropea, Luciani, Zammit, Di Bella. All.: Modica.
AVELLINO (3-5-2): Ghidotti; Benedetti, Rigione (26′ pt Mulè), Cionek; Cancellotti (39′ st Ricciardi), Lores Varela (39′ st Marconi), Palmiero, Armellino, Tito (15′ st Sannipoli); Patierno (15′ st Gori), Sgarbi. A disp.: Pane, Pizzella, Maisto, Pezzella, Tozaj. All.: Pazienza.
ARBITRO: Ancora di Roma 1.
MARCATORE: 29′ pt Plescia.
NOTE: spettatori 3.000 circa. Espusli: al 44′ st Benedetti (A) e Polito (M) per doppia ammonizione. Ammoniti: Manetta (M), Fumagalli (M), Mulè (A), Cavallo (M), Zunno (M). Angoli: 7-12. Recupero: pt 2′.
Orrendo Avellino
Ancora una brutta figura. Lupi nuovamente sconfitti.
Sembrava avessero preso respiro dopo gli ultimi 180 minuti. Invece altra debacle. E contro una squadra il Messina. Francamente, tutt’altro che irresistibile. E questo fa penare ancora di più. Irpini molli, irritanti, lenti, evanescenti sconclusionati. E quelle volte che arrivano al tiro, o sballano o si divorano l’occasione. Troppo, troppo brutti.
Manca l’elemento fondante nel calcio, negli atleti e nella determinazione di un risultato: la corsa.
I lupi nella seconda frazione di gioco vagavano per il prato verde siciliano. Come una scolaresca in gita. Da arrossire. L’Avellino anche nelle due vittorie precedenti non ha mai dato dimostrazione di forza. Piena e vera. Tutto frutto di episodi e momenti. Mica è cosa buona!!! E poi quando perde, inizia a perdere dalla testa. Pertanto a ricapitolare le mancanze si rischia, per chi ama il biancoverde, di collassare.
Tenuta atletica deficitaria, tecnica, al di là dei curriculum, frammentaria, agonismo dopolavoristico, tattica variopinta. E quando sarà che vinci e convinci?
Mister Pazienza, appena arrivato, avrà brutte gatte da pelare. L’unica e ultima possibilità è, forse, quella di iniziare daccapo. La dirigenza tecnica pare latitare e quella societaria sembra senza forze. E decisionale e di imposizione di stile.
La stampa, poi, abbozza. Ed i tifosi? Quelli soffrono. E non mi pare proprio il caso, questo continuo dipendere da tali variabili.
Alla prossima, ad ogni modo. Diceva Paron Rocco: sperem!
Enzo Pecorelli