Dieci lavorati della DENSO sono stati licenziati e, di conseguenza, dieci intere famiglie si ritrovano in una situazione di oggettiva difficoltà.
Lunedì mattina ci sarà un primo sit-in di protesta da parte degli operai che hanno perso il posto di lavoro e che daranno vita ad una manifestazione pacifica davanti ai cancelli della fabbrica “per rivendicare i propri diritti e dire no ai licenziamenti”.
A sostegno dei lavoratori ci saranno i rappresentanti sindacali del settore metalmeccanico, che chiederanno un incontro urgente con i vertici dell’azienda, per far rientrare un provvedimento che crea ansia e preoccupazione nell’area industriale di Pianodardine.
Considerazioni socioeconomiche e politiche
È un classico del sistema economico in cui viviamo: le industrie assumono persone quando esse sono utili ai loro processi produttivi per poi licenziarle quando non le occorrono più (a causa di delocalizzazioni o per avere aiuti statali o per questioni “di mercato”).
In molti casi (e parlando in generale) le industrie hanno poi spesso le loro sedi fiscali all’estero e pagano le loro tasse all’estero, senza che la comunità italiana ne ricavi alcun vantaggio.
Purtroppo – e sempre parlando in generale – se non si prenderanno opportuni provvedimenti, situazioni critiche analoghe a quella che stiamo riportando si moltiplicheranno a dismisura con l’avanzare dell’automazione delle linee produttive causate dall’incremento della robotica e dell’implementazione con l’intelligenza artificiale.
Si tratta di questioni importanti che interessano o interesseranno TUTTI noi e di cui sarebbe bene prendere consapevolezza.
Gli inevitabili mutamenti economici e tecnologici vanno governati dalla politica. Purché i suoi esponenti ne siano capaci.
Abbiamo bisogno di un nuovo “umanesimo” che riporti al centro delle scelte politiche le necessità delle persone.