
Diciamolo subito: che si sia trattato di un vero scatto di nervi o – come taluni sospettano – di una “performance” premeditata, a noi questo triste episodio non è proprio piaciuto!
Per chi non avesse assistito allo sgradevole episodio, è successo che nel corso della prima serata del Festival andata in onda martedì 7 febbraio, Blanco, vincitore di Sanremo 2022, ha (o, più precisamente, sostiene di avere avuto) un problema tecnico e, invece di fermarsi e di chiedere la sistemazione dell’auricolare, ha distrutto a calci le composizioni floreali che abbellivano il prestigioso palco che lo stava ospitando.
Il pubblico – esterrefatto – lo ha fischiato di brutto, ma quando il conduttore Amadeus ha chiesto al ragazzo, con atteggiamento “paterno”, le ragioni del suo comportamento, il cantante ha minimizzato l’accaduto: “L’audio non funzionava, volevo divertirmi lo stesso e ho pensato di distruggere tutto”.
Il pubblico ha preso a fischiare ancora più forte, ma il conduttore (proprio come fanno, purtroppo, molti genitori-spazzaneve, ha preso le difese del giovane: “Potete fischiare – ha detto – ma Blanco tornerà sul palco a cantare.”
Il cantante, tutt’altro che pentito del suo comportamento, ha preso a ridacchiare e – addirittura – a sbeffeggiare lo stesso Amadeus che continuava a giustificarlo!
Alla fine, e per fortuna, al cantante non è stato consentito di ritornare sul palco “perché non sussistevano le condizioni”.
Tra gli osservatori e gli opinionisti non manca chi nota che l’episodio accaduto sul palco è troppo simile allo spezzone finale del video della canzone (L’isola delle rose) del giovane cantante e viene assalita dal sospetto che possa essersi trattata di una “performance” premeditata e del tutto fuori luogo. Anche perché la messinscena di cui si parla non può essere certo paragonata a gesti potentemente ‘trasgressivi’ messe in atto da vere e proprie icone del rock di ben altro livello.
Probabilmente, non sapremo mai la verità. Ma, comunque sia, lo spettacolo tramesso in mondovisione non è stato tra i più edificanti e – come sostengono coloro che conoscono meglio il mondo degli adolescenti – rischia di scatenare comportamenti emulativi anche in altri contesti e, soprattutto, da parte di quei giovani più fragili e i cui genitori presentino capacità educative sempre più flebili e vacillanti.
A riflettere su questo aspetto non secondario è stata – tra gli altri – Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola, che ha lasciato trapelare una riflessione di carattere generale: “Se Lionel Messi – ha esemplificato la sindacalista – per un brutto fallo, avesse dato in escandescenze simili, non se la sarebbe cavata così a buon mercato. Immagino che, come minimo, avrebbe subito un’espulsione e forse anche una squalifica”.
Anche il noto psichiatra Paolo Crepet, dalle pagine de La Stampa, è preoccupato delle conseguenze del bruttissimo gesto del cantante: “Viviamo violenze quotidiane nelle piazze e nelle scuole, tra chi spara pallini di gomma a un’insegnante e chi organizza risse mortali, fra chi porta alcolici tra i banchi e chi spruzza spray al peperoncino, tra chi insulta e chi minaccia i professori”.

Perciò, non meraviglia che i Docenti siano compatti contro il comportamento Blanco, che pare abbia abbandonato la scuola in seguito al successo e a delle bocciature: “Con questi esempi il nostro lavoro diventa sempre più difficile”, “L’episodio doveva essere criticato in diretta, non è educativo per i ragazzi”, “Vergognoso anche solo mostrarlo”, “Me lo immagino a scuola questo incivile”, “È finito il tempo di giocare con la falsa bohemien… della pseudo arte scapigliata. Quel gesto è stato pura arroganza… prepotenza… per cui sono necessarie delle scuse pubbliche dopo siffatta pubblica esibizione. È volgarità che passa per televisione pubblica, per di più sotto gli occhi della più alta carica dello Stato, lì presente”, questi sono solo alcuni dei messaggi di critica da essi postati sui social.
Purtroppo, le reazioni di alcuni ragazzi che hanno assistito alla scena, mostrano che gli effetti diseducativi dell’episodio sono giunti a destinazione. Tra i commenti su TikTok, per esempio, non mancano i ragazzi che prendono la parte del cantante. “I fiori fanno sempre una fine, ovvero essere buttati”. “Lui ha sbagliato, ma il pubblico è composto da gente grande, matura e di una certa importanza. Arrivare a urlare ‘buuu’ come i bambini di 13 anni quando è stato chiesto di far ricantare la canzone, li ha fatti risultare ancora più infantili della reazione di Blanco”, afferma un’altra su Instagram.
Ci sarebbe ancora tanto sui cui riflettere, tra cui la presumibile mancanza di correttezza verso chi ha fornito al performer la possibilità di esibirsi sul palco sanremese e il presumibile tentativo di sollecitare le pulsioni meno edificanti nei giovani fan solo per riceverne un vantaggio commerciale.

Il principale modo per difendere i nostri giovani da simili manipolazioni mediatiche è quello di indirizzarli verso l’arte e la cultura vera, verso lo sport e l’impegno sociale. E questo compito non va demandato sempre e solo alla scuola e alle altre Istituzioni: una sana ed equilibrata crescita della psiche e della personalità dei giovani uomini, protagonisti della società futura, non può prescindere dall’azione del primo Ente educativo: la famiglia.
Per concludere, non ci pare inopportuno chiederci se sia giusto accettare le regole del marketing discografico e degli indici d’ascolto che la spettacolarizzazione della furia devastatrice alimenta, oppure se mandare un chiaro segnale di protesta poiché la Rai, alla quale i cittadini pagano un canone imposto, in qualità di televisione non dovrebbe consentire questo uso indecente della televisione di Stato.
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