Va segnalato un grande problema che sta affliggendo un numero significativo di aziende in tutto il mondo: la sfida di tenere il passo con l’evoluzione dell’intelligenza artificiale (IA). Secondo i risultati del rapporto “Building Robust AI Programs as Third-Party AI Tools Proliferate,” redatto congiuntamente dal Mit Sloan Management Review e dal Boston Consulting Group, ben oltre il 70% delle aziende sta facendo fatica a rimanere al passo con le crescenti innovazioni nell’ambito dell’IA. Questa difficoltà è stata attribuita principalmente alla mancanza di risorse tecnologiche proprietarie.
Una scoperta interessante emersa da questa ricerca è che una percentuale significativa, ovvero il 53% delle aziende coinvolte nell’indagine, si affida a prodotti di intelligenza artificiale sviluppati da terze parti. Questa tendenza può essere vista come un tentativo di sfruttare le competenze specializzate e le tecnologie avanzate offerte da fornitori esterni, ma allo stesso tempo introduce una serie di sfide. Infatti, molte di queste organizzazioni non sono in grado di supervisionare adeguatamente il processo di implementazione dell’IA, aprendo la strada a potenziali rischi e conseguenze negative.
Tra i rischi più evidenti legati all’adozione di soluzioni di terze parti vi sono danni alla reputazione aziendale, perdita di fiducia da parte dei clienti, impatti finanziari negativi e problematiche legate alla conformità normativa. Questi rischi possono sorgere a causa di errori o malfunzionamenti delle soluzioni di IA implementate, che possono portare a risultati imprecisi o addirittura dannosi. Affidarsi ciecamente a soluzioni di terze parti, senza una supervisione attenta, può trasformarsi in una decisione costosa e dannosa.
Per affrontare tali sfide e ridurre i rischi associati all’adozione dell’IA, il rapporto sottolinea l’importanza di adottare un approccio attento e diversificato. Ciò include l’utilizzo di una vasta gamma di metodi di valutazione e approcci, tra cui la pre-certificazione dei fornitori, le revisioni interne e il rispetto dei requisiti normativi e degli standard del settore. Questi sforzi possono aiutare a garantire che le implementazioni di IA siano effettuate in modo sicuro, affidabile ed etico.
Inoltre, il rapporto mette in evidenza l’evoluzione parallela delle normative sull’IA. Man mano che l’IA diventa sempre più pervasiva, le leggi e le regolamentazioni che la disciplinano stanno aumentando. Curiosamente, il 51% delle aziende coinvolte nell’indagine ha dichiarato di non essere soggetta a normative specifiche in merito all’utilizzo dell’IA, ma molte di esse si impegnano comunque a rispettarle. D’altro canto, le aziende che operano in settori come il finanziario, l’assicurativo, il bancario e il pubblico, dove le normative sono più rilevanti, sembrano essere più attente all’adozione responsabile dell’IA.
Un elemento critico emerso dalla ricerca è il ruolo dei CEO e degli amministratori delegati nell’adozione dell’IA. Le aziende, in cui i CEO si impegnano attivamente e assumono un ruolo pratico nella pianificazione e nell’implementazione dell’I A, riportano un vantaggio significativo rispetto a quelle in cui i leader sono meno coinvolti. Questo coinvolgimento diretto può contribuire a garantire che l’adozione dell’IA sia allineata agli obiettivi aziendali, riducendo così il rischio di insuccessi e massimizzando i benefici l’evoluzione accelerata dell’IA sta creando sfide significative per molte aziende. Tuttavia, attraverso un approccio responsabile, la diversificazione delle valutazioni, il rispetto delle normative emergenti e il coinvolgimento diretto dei leader aziendali, le aziende possono mitigare i rischi e sfruttare appieno il potenziale trasformativo dell’IA per ottenere vantaggi competitivi duraturi.