I “Canti dei Biancovestiti, nei riti del Venerdì Santo” sono stati riconosciuti patrimonio immateriale culturale della Regione Campania, con DDR n. 450 del 05-08-2024.
Questi suggestivi canti mistici, saranno riproposti nella serata di oggi, 14/04/2025, nel corso della caratteristica processione decanale con inizio alle ore 18,30 a Lauro (Av) che si snoderà da piazza Piazza Pandola fino all’ingresso del Castello Lancellotti.

Secondo alcuni studiosi tutti i gruppi dei Biancovestiti utilizzerebbero, nei loro canti, quartine in settenari, testi composti nella prima metà del Settecento dal padre bolognese Luigi Antonio Locatelli.
La parte melodica, invece, rimane tuttora avvolta nel mistero: ogni gruppo esegue una propria melodia, trasmessa unicamente per via orale.
Sebbene l’origine di tali melodie non sia stata accertata, il ritmo e alcune consonanze, tipiche dei canti gregoriani, suggeriscono l’esistenza di una matrice comune, poi interpretata secondo la sensibilità di ciascuna comunità.
Secondo altri autori, i testi di questi canti, nei quali sono individuabili echi delle jacoponiane laudi duecentesche, sarebbero invece da attribuirsi a Pietro Metastasio (la Passione, le Omicide lance, le Folgori, il Giusto che muore, il dolore della Madre).
Per approfondimenti si suggerisce la lettura del saggio “Il Desiderio e la Regola”, Lauro 2001 del giornalista e storico locale, Giuseppe Buonfiglio.

Nellla serata di oggi si svolgerà un’unica processione, a cui prenderanno parte i gruppi provenienti da Marzano di Nola, Pago Vallo Lauro, Taurano, Quindici, Bosagro e Beato, Moschiano e Lauro, con una partecipazione stimata di almeno 150 Biancovestiti.
Ogni gruppo, con la propria intonazione unica, diventerà simbolicamente il portatore della sofferenza e della morte del redentore.
Il prossimo Venerdì Santo vedrà invece i vari gruppi dei Biancovestiti assumere il ruolo di protagonisti per l’intera giornata dedicata alla Passione di Nostro Signore.
Fin dalle prime ore del mattino, essi si incammineranno autonomamente per le vie delle cittadine del Vallo di Lauro, toccando almeno sette sepolcri, per poi accompagnare in silenzio, in serata, la processione dedicata a Gesù Morto.
LA TRADIZIONE:
La tradizione dei “Biancovestiti” nel Vallo di Lauro è un fenomeno culturale e folkloristico che incanta e sorprende – soprattutto chi si imbatta per la prima volta nelle loro sfilale – unendo la sacralità della Passio Christi del Venerdì Santo a manifestazioni cariche di pathos e mistero. Fin dall’alba, uomini e donne indossano costumi accuratamente ricreati (i maschi indossano saio e cappuccio bianco, le donne una tunica e un velo marrone) percorrono tutti i Santi Sepolcri di Pago del Vallo di Lauro, Taurano, Moschiano, Quindici e Lauro. In ogni tappa del loro cammino, i “cantori” Biancovestiti si dispongono in cerchio ed eseguono a gran voce il loro mistico canto struggente, mentre la folla dei fedeli li segue con attenzione e commozione. Mentre i cantori di Lauro eseguono il loro percorso abituale, tutte le altre processioni del Vallo di Lauro, ad esclusione di quella di Marzano e Domicella, convergono nella piazza di Lauro per l’ultima esibizione su un palco, sormontato da tre croci di legno, allestito per l’occasione.
La processione di Marzano, prima di raggiungere Lauro, si reca presso le Catacombe paleocristiane di Cimitile e presso il Santuario di Santa Maria a Parete, di Liveri, per intonare i suoi canti tradizionali.
Negli ultimi anni sono stati molto apprezzati anche gli incappucciati di Marzano, la cura nei dettagli mostrati dal corteo della Pro Loco di Taurano, con tanto di bighe e cavalli, la commovente caduta del Cristo e l’abbraccio di Maria, e le rappresentazioni dei quindicesi.
La partecipazione è totale: dalla prima processione, con i cortei che attraversano i Santi Sepolcri dei vari comuni, fino all’ultima esibizione canora nella piazza centrale di Lauro, ogni gesto e ogni nota si fondono in un’armonia che celebra un passato vividamente presente e un’identità che rifiuta il tempo. In alcuni casi, eventi particolari – come la tradizionale sfilata degli incappucciati o l’emozionante convergenza dei gruppi, che una volta gareggiavano per una “gara dei cori” – evidenziano l’importanza di una comunità che, attraverso rituali antichi, continua a dialogare con le radici della propria storia.
L’origine di questi riti affonda nelle tradizioni tardo-medievali del XIII secolo, segnate dai resoconti dei crociati che, tornati dall’Oriente, diffusero il racconto della Passione di Cristo. Documenti storici, come la testimonianza del marchese di Lauro e quelle raccolte da Scipione II Pignatelli, ricordano già l’esecuzione de “La Schiodazione di Cristo” e l’implementazione di riti mistici e penitenziali. Questo mosaico di storia e fede si è poi evoluto fino a trasformarsi in una festa collettiva che non è soltanto la rappresentazione del dolore cristiano, ma anche un’occasione per riaffermare il senso di appartenenza e coesione della comunità locale.
Ciò che rende ancor più affascinante e al contempo inquietante la processione dei Biancovestiti è l’evidenza di una strana parità estetica: tutti i partecipanti, indipendentemente dall’età o dal ruolo sociale, indossano abiti simili. La cura e la fedeltà al bianco – simbolo di purezza e di una luce che attraversa i secoli – ricordano l’omogeneità apparente dei partecipanti ad altri gruppi notoriamente uniformati, come nel caso, ad esempio, dei battenti o dei fujienti di altri rituali folkloristici e religiosi.
La manifestazione, ancorata a riti antichi e reinterpretata nel contesto moderno, riveste un duplice significato. Da un lato, offre al pubblico – locale e turisti – un’esperienza carica di emozioni e di trasporto, dall’altro sottolinea come il recupero delle tradizioni possa essere un’arma potente contro l’erosione della memoria culturale. Le processioni, espressione di fede e di appartenenza, si trasformano in una sorta di palcoscenico, dove la sacralità si intreccia con elementi di spettacolarità e di profano, ricordando che in ogni atto rituale si cela anche la capacità dell’uomo di reinventarsi pur restando fedele alle proprie radici.
Le testimonianze storiche e le numerose rappresentazioni della Passio Christi nei secoli offrono uno spaccato unico della capacità degli eventi popolari di diventare memoria vivente, strumento di coesione e di rinascita culturale.
Qualche recente approfondimento da fonti locali evidenzia come queste manifestazioni continuino a ispirare un rispetto quasi mistico in chi vi partecipa, trasformando un rituale antico in un affresco contemporaneo che unisce il miracoloso al quotidiano. Questo connubio, che sorprende e incanta per la sua intensità emotiva, si presenta così come un invito a riflettere sul valore delle tradizioni, sul mistero del sacro e sull’inesorabile legge dell’uguaglianza estetica – tanto da evocare, in maniera inaspettata, paradossi visivi degni di un’analisi ironica.
In un’epoca in cui il cambiamento è l’unica costante, i Biancovestiti del Vallo di Lauro dimostrano che la storia e la spiritualità, se ben interpretate, possono ancora parlare all’anima moderna, regalando emozioni autentiche e stimolando una riflessione profonda sul legame inestricabile fra passato, presente e futuro.
E’ nata l’Associazione Biancovestiti del Vallo di Lauro
Sabato scorso, presso la sede della Pro Marzano a Marzano di Nola, si è svolta l’assemblea costitutiva dell’Associazione Biancovestiti Vallo di IPIC 2025. All’iniziativa hanno aderito i gruppi dei Biancovestiti delle associazioni Fratellanza di Lauro, Marzano di Nola, Moschiano, Pago del Vallo di Lauro, Quindici e delle frazioni di Bosagro-Beato.
Dopo l’approvazione e la sottoscrizione dello Statuto, votato all’unanimità, è stato costituito il direttivo dell’associazione, così composto:
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Presidente: Franco Bossone (Fratellanza di Lauro)
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Vicepresidente: Sebastiano Ferrentino (Biancovestiti di Quindici)
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Segretario: Clemente Stefanile (Biancovestiti di Marzano di Nola)
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Tesoriere: Amato Accurzo (Biancovestiti di Pago del Vallo)
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Consiglieri: Sebastiano Caracciolo (Biancovestiti di Moschiano) e Saverio Erminio (Biancovestiti di Bosagro-Beato)
Come sottolineato dal Presidente Franco Bossone, l’associazione nasce con l’intento di riunire, tutelare e tramandare gli antichi riti della Settimana Santa nel Vallo di Lauro, con particolare riferimento alla tradizione secolare dei cantori Biancovestiti, recentemente inseriti – con Decreto Regionale – nell’elenco dei beni immateriali della Regione Campania.
L’Associazione mira a facilitare i rapporti con istituzioni, enti e privati interessati a conoscere e valorizzare questa importante espressione di spiritualità e cultura popolare. È già presente sui social:
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Instagram: @ass_biancovestiti_vallodilauro
Il Presidente ha annunciato che a breve sarà organizzata una presentazione ufficiale per illustrare le finalità e le attività future dell’associazione. Intanto, il Segretario Clemente Stefanile ha anticipato che, subito dopo le festività pasquali, sarà inoltrata una richiesta alla Dirigente Scolastica del territorio per avviare una campagna di sensibilizzazione rivolta agli studenti, coinvolgendo le nuove generazioni nel tramandare queste tradizioni ultracentenarie.
Questa sera l’associazione prenderà parte alla Via Crucis Decanale del Vallo di Lauro insieme ai gruppi Biancovestiti di Lauro e Taurano – con l’auspicio di una loro futura adesione – in quella che sarà la prima uscita ufficiale dell’associazione.
Venerdì, infine, i gruppi già aderenti rinnoveranno i riti pasquali per la prima volta uniti sotto il nome dei Biancovestiti del Vallo di Lauro, in un segno di continuità, identità e forte coesione territoriale.
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