Oggi 5 e domani 6 settembre 2024, l’Università di Salerno ospita i principali esperti mondiali di educazione e didattica inclusiva. Il tema della conferenza di due giorni è “Reimagining and Empowering Schools to Include All: From Dream to Reality”.
L’Università di Salerno promuove da anni la ricerca e la formazione su temi legati all’inclusione educativa, consolidando il suo ruolo come centro di innovazione educativa e didattica a livello nazionale e internazionale.
«L’evento – ha dichiarato la Prof.ssa Paola Aiello, curatrice dell’evento – intende aprire un cantiere di riflessioni circa le sfide dell’inclusione ponendo particolare attenzione alle possibili azioni da mettere in campo, nella piena consapevolezza e nel rispetto delle differenze che caratterizzano i singoli Paesi ma con lo scopo condiviso di promuovere il cambiamento nella direzione dell’equità, della giustizia e dell’inclusione socio-educativa».
La prof.ssa Aiello, ha evidenziato che l’UNISA è da tempo un importante punto di riferimento, in Italia e in Europa, per le sue ricerche nel campo dell’inclusione, un processo finalizzato ad abbattere tutte le barriere che impediscono alle persone di partecipare attivamente ai diversi contesti di vita.
L’importante convegno è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione (DiSUFF) e dall’Alta Scuola di Formazione degli Insegnanti dell’UNISA, diretti dalla Prof.ssa Paola Aiello, con il patrocinio della Società Italiana di Pedagogia Speciale (SIPeS) e del Consortium of Inclusive Teacher Education and Development, fondato nel 2018 da Umesh Sharma della Monash University di Melbourne, noto per il suo impegno nell’educazione inclusiva a livello globale.
Partecipano all’evento i più insigni ricercatori di numerose università nazionali e internazionali. Esperti provenienti da quattro continenti discuteranno nel teatro dell’università salernitana sulle nuove frontiere dell’inclusione educativa e sull’uso delle nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale, per supportare i processi inclusivi.
Di particolare rilevanza gli interventi di Mel Ainscow, professore emerito dell’Università di Manchester, riconosciuto a livello mondiale per i suoi studi pionieristici sull’inclusione scolastica e per il suo lavoro con governi e organizzazioni internazionali per promuovere politiche inclusive nelle scuole, e di Kiki Messiou, professoressa presso la Southampton Education School dell’Università di Southampton nel Regno Unito, famosa per il suo contributo all’inclusione educativa, in particolare attraverso il coinvolgimento attivo degli studenti nella progettazione di pratiche educative più inclusive.
L’evento, aperto dal rettore Vincenzo Loia, comprende i saluti istituzionali di diverse personalità, tra cui i presidenti delle principali società di ricerca in ambito educativo, il Presidente della Scuola di alta Formazione dell’istruzione del MIM, professore Giuseppe Bertagna, il presidente dell’INVALSI dott. Roberto Ricci, il direttore generale dell’USR-Campania, dott. Ettore Acerra.
Le conclusioni dei lavori sono affidate al prorettore della UNISA, Prof. Maurizio Sibilio.
Sibilio è un pedagogista di levatura internazionale, professore ordinario di “Didattica generale e Pedagogia speciale” e Prorettore Vicario dell’Università degli Studi di Salerno. Il suo impegno professionale è costantemente rivolto all’inclusione scolastica e sociale, alla formazione e alle potenzialità didattiche delle innovazioni tecnologiche, e potrà sicuramente dare un fattivo contributo alla risoluzione delle problematiche connesse con i grandi temi sul tappeto: dall’impatto socioeconomico dell’intelligenza artificiale e della robotica, alla salvaguardia della saluta, alle questioni geopolitiche e ambientali.
Sibilio è anche noto per aver collegato il concetto di “semplessità” (originariamente proposto in ambito, biologico, dal fisiologo francese Alain Berthoz) all’intera classe dei sistemi complessi adattivi, applicando questo concetto al campo dell’educazione e del sociale, ricercando soluzioni semplici, o ottimali, nella risoluzione di problematiche e sistemi complessi.
Ecco come Sibilio ha spiegato in una sua intervista su Orizzontescuola: “L’elemento di originalità e di fruibilità del paradigma è che la semplessità parte dall’elemento interconnesso, sistemico, della complessità nella quale la nostra vita è immersa, nella quotidianità dei problemi, nelle attività istituzionali, nelle nostre professioni, nelle nostre azioni e il tentativo, attraverso la proposta di Berthoz, non è di superare il significato profondo di complessità, ma di avviare un processo di navigazione della complessità che consenta di decifrare la complessità stessa, di fronteggiarla e superarla. In questo percorso c’è una sorta di semplificazione della complessità che attraverso l’azione diventa la strada di navigazione di questo groviglio che quotidianamente si riferisce alla nostra vita, ai problemi che incontriamo. Sul piano educativo e formativo la semplessità guarda all’esperienza formativa educativa come un luogo della complessità, dell’interconnessione.”